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RIEPILOGO STAGIONE ABLATIVA 2007 DEL GHIACCIAIO CALDERONE

 
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- Fabrizio -
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Registrato: 18/02/07 23:33
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MessaggioInviato: Lun Gen 21, 2008 9:26 pm    Oggetto: RIEPILOGO STAGIONE ABLATIVA 2007 DEL GHIACCIAIO CALDERONE Condividi su Facebook Rispondi citando

Mi rifaccio vivo su questo forum, e volevo proporvi questo resoconto che ho fatto riguardante il Calderone nel 2007.



Non sapevo in quale sezione postarlo , e così l'ho messo qui. Se è la sezione sbagliata, potete spostarlo ?



Spero vi piaccia.



Cmq dovrei visitare gli Ernici a giugno prossimo, magari qualcuno di voi potrà farmi da guida Question







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RIEPILOGO STAGIONE ABLATIVA 2007 DEL GHIACCIAIO DEL CALDERONE





Questa discussione è stata elaborata e tratta dal mio forum " http://abruzzomolisenatura.forumfree.net/ " , sezione Gran Sasso , e vuole essere una discussione aperta e collettiva , dove se volete potete dare il vostro contributo con foto o commenti che andranno opportunamente inseriti modificandola e arricchendola di volta in volta. Nessuno scopo di lucro ma solo passione e interesse a mettere in un solo topic tutte le foto e le osservazioni per una consultazione generale più rapida. L'unico scopo di questa discussione è inquadrare e riassumere la stagione ablativa 2007

Sono quindi accette anche altre fotografie e commenti , in modo da completare l'inquadramento della passata stagione ablativa, e chissà magari anche pubblicizzarla/pubblicarla...








Prima di iniziare il resoconto fotografico della stagione di ablazione 2007, Vorrei ricordare che il Calderone, o meglio i due calderoni, ( dato che è diviso in due parti ), sono il Glacieret superiore, ridotto ad una piccola placca di ghiaccio, e la parte inferiore, con spessore che si aggira sulla 20ina di metri, che costituisce il Debris Coverer Glacier , che è in pratica un ghiacciaio coperto di detriti.

L'Area glacializzata è attualmente inferiore ai 3.5 ettari, ma , nonostante da diversi decenni vari personaggi abbiano dato per estinto il Calderone o declassificato a glacionevato o addirittura "innevato" , il Calderone è ancora un ghiacciaio a tutti gli effetti, sicchè in riduzione e di piccole dimensioni, e nell'area è presente permafrost . Il ghiaccio del Calderone ha un'età di diversi decenni, e vorrei ricordare che il processo di estinzione di un ghiacciaio ha una lunga durata, per cui non si può dare per estinto il Calderone, e un momento dopo gridare la sua resurrezione.

Nonostante il limite climatico delle nevi perenni sia stimato tra 3100 e 3700 metri sul massiccio, quello orografico è ben diverso e il microclima del massiccio del Corno Grande che ospita il ghiacciaio tra il suo castello di cime, ne consente ancora la resistente sopravvivenza

Attualmente il Debris Covered Glacier potrebbe avere una durata di vita stimabile fra i 15 e i 20 anni, mentre i tempi di risposta sono stimati ad 8 anni.

Queste informazioni che ho riportato sono riassunte dalle pubblicazioni di Massimo Pecci , più aggiunte mie, da semplice appassionato.




Dopo un autunno 2006 caldo, un inverno 2006/2007 mite e scarso in precipitazioni, una primavera 2007 calda e un'estate rovente ....

il ghiacciaio Calderone si presentava agonizzante e con vistose ferite rispetto allo stesso periodo del 2006, .

La poca neve presente nel bacino è stato frutto delle sole nevicate primaverili, e così, ad aprile, il calderone si presentava con al massimo 3-4 metri di neve di scarsa qualità. I successivi mesi roventi fino a settembre avrebbero decretato il prosciugamento superficiale di quasi tutta la neve residua e del ghiaccio affiorante.

Il firn che si era trasformato in ghiaccio durante le nevose annate precedenti (2003/04/05/06) dal è stato sciolto dal caldo torrido dell'anticlone africano , che ha intaccato anche il ghiaccio centenario presente con grosso spessore al di sotto della copertura di pietre, sciogliendolo e causando frane , voragini e ruscellamento fortissimo, anche con cielo nuvoloso, e di sera o al mattino presto.

Solo l'avvento di nuove annate nevose e soprattutto di estati più fresche ormai possono salvare il ghiacciaio nostrano , altrimenti con lui se ne andrà parte del fascino dei nostri monti ( già dimenticati...) e dello spirito di ogni abruzzese. Solo una sensibile inversione del trend climatico attuale potrà scongiurare l'epilogo della glaciologia appenninica...

In poche parole servirebbe una nuova piccola età glaciale con abbassamento del limite delle nevi permanenti!



Passo ora a una carrellata di foto da Aprile alle uscite di Agosto e settembre, in parte mie in parte di altri collaboratori che le hanno concesse, che saranno citati e rigraziati per il contributo.










22 APRILE 2007 , FOTO DI MATTEO CDP DEL FORUM METEO NETWORK



Ad aprile il calderone si presentava con poca neve , quasi tutta primaverile, con spessori ridicoli di massimo 4 metri, e fasce rocciose nonchè i massi della morena frontale già in fase di affioramento!























8 GIUGNO 2007





A inizio giugno la situazione si faceva già preoccupante, nonostante l'ultima irruzione nevosa di fine maggio.

Spessore di neve dell'annata massimo di 3 metri, e, soprattutto nel bacino inferiore, già erano visibili ampie fasce di detriti e la morena frontale quasi del tutto privi di manto nevoso. La fascia rocciosa che divide i 2 circhi del Calderone sarebbe emersa a breve.




LE FOTO SI RIFERISCONO ALL'ESCURSIONE EFFETTUATA L'8 GIUGNO 2007 SULLA VETTA OCCIDENTALE DEL CORNO GRANDE. QUELLA FU L'ULTIMA NEVICATA DELLA STAGIONE









VETTA OCCIDENTALE 2912 E PARTE SUPERIORE DEL CALDERONE





PARTE INFERIORE DEL CALDERONE





VETTA ORIENTALE E CENTRALE































19 GIUGNO 2007





Pochi giorni dopo la precedente escursione, lo spettacolo che si offre è già peggiorato e lo scioglimento del firn residuo e del ghiacciaio procede a ritmi veloci e incessanti. La morena frontale è completamente priva di neve, e circa metà del bacino inferiore, a chiazze , è privo di manto nevoso. Già appaiono i detriti che costituiscono la copertura superficiale del ghiacciaio e le colate di morenico. Sotto la vetta centrale è affiorato permafrost ed una grossa lente di ghiaccio vivo, destinata a fondere a breve...



Il bacino del Calderone si presenta già diviso in due parti, e tutti i nevai incastonati sulle pareti si sono sciolti . Anche la parte superiore del ghiacciaio comincia ad essere intaccata dal caldo, e lo scioglimento della neve fa già affiorare rocce e detriti.



Il ruscellamento è intenso e le frane di roccia e detriti dalle pareti sono frequenti e pericolose. Tutto ciò nonostante il cielo coperto e la temperatura non troppo alta! Nella parte centrale del bacino inferiore, in corrispondenza dell'inghiottitoio detto " Porta del Calderone" si accumula dell'acqua e si nota una certa trasparenza azzurrina, merito del ghiaccio sottostante. è proprio in questo punto che , nei mesi seguenti , si verificherà l'apertura di una voragine e l'emersione del ghiaccio antico stratificato : una catastrofe.



Piccolo appunto : al termine della salita, nella conca, l'incudine di un cumulonembo ha portato un breve rovescio di nevischio, vento e calo della temperatura. Al termine, è tornato implacabile il sole e il caldo...





LE NUMEROSE FOTO A SEGUIRE SONO TUTTE MIE E RISALGONO ALL'ESCURSIONE SUL CALDERONE, SALENDO DA PRATI DI TIVO, DEL 19 - 06 - 2007




















GHIACCIAIO DEL CALDERONE, VISUALE COMPLETA E PANORAMICA, CON LA VETTA OCCIDENTALE DEL CORNO GRANDE 2912m.











PARTE INFERIORE DEL CALDERONE. NOTARE LA CHIAZZA AZZURRINA, IL GHIACCIO è POCO SOTTO











IL SIMBOLO DELL'ABRUZZO, DA SINISTRA A DESTRA - VETTA ORIENTALE, VETTA CENTRALE, TORRIONE CAMBI

LA LINGUA AZZURRINA SOTTO LA VETTA CENTRALE è GHIACCIO VIVO GIà AFFIORNANTE, E ATTORNO VI ERA PERMAFROST







PARTE INFERIORE DEL CALDERONE VERSO LA MORENA FRONTALE





LA BASE DELLA MORENA FRONTALE, VISTA DAL RIFUGIO FRANCHETTI





PARTE SUPERIORE GIà SEPARATA DA QUELLA INFERIORE....SCARICHE DI PIETRE E RUSCELLAMENTO ALTISSIMI





LO SPESSORE DI NEVE E GHIACCIO PIù GRANDE DEL BACINO INFERIORE, SULLA SINISTRA IDROGRAFICA, LA CUI COPERTURA DI FIRN SPESSO SUPERA L'ESTATE.





QUI IN SEGUITO I PARTICOLARI DELLA LENTE DI GHIACCIO VIVO EMERGENTE SOTTO LA VETTA CENTRALE, CONTORNATA DAL PERMAFROST.

SI NOTA SUBITO LA DIFFERENZA TRA GHIACCIO ,DURISSIMO,LUCIDO ED AZZURRINO ; E LA NEVE/FIRN DI COLORE BIANCO





































8 LUGLIO 2007 , FOTO CONCESSE DA CLAUDIO PANZIERI E DALLE ASSOCIAZIONI ABRUZZOMETEO E AQ CAPUT FRIGORIS, CHE HANNO EFFETTUATO IL SOPRALLUOGO - MEETING AL GHIACCIAIO DEL CALDERONE IL GIORNO INDICATO





Le foto sono state scattate domenica 8 luglio 2008, giornata assolata e deleteria per il Calderone. Infatti sul ghiacciaio c'erano 11°C alle ore 14, che diventavano 16°C sul fondo (temperatura all'ombra ovviamente) per l'irraggiamento delle rocce assolate.



Rispetto a giugno, si nota come gli esigui spessori degli accumuli siano facilmente preda delle vampate di calore dell'estate mediterranea. Le chiazze di neve sono poche , e in rapido scioglimento , come visibile dai nevati vecchi e sporchi e dalle lenti di ghiaccio del bacino inferiore , che cominciano ad affiorare.



L'inghiottitoio comincia a scoprirsi, con le prime spaccature nel ghiaccio e le rocce che cominciano a franare scivolando sul ghiaccio in fusione. Il ghiaccio vivo appare sotto i detriti, misto a rocce e pietrisco, con i ruscelli di fusione che emergono in alcuni tratti.

Tuttavia la situazione non è ancora degenerata al livello di agosto, e non si è ancora aperta nessuna voragine con muri di ghiaccio vivo. La parte inferiore, presso l'inghiottitoio , si presenta infatti ancora parzialmente coperta di neve

Tiene ancora la parte superiore del bacino, abbastanza innevata, ma anche su di essa cominciano ad emergere i detriti di fondo, accumulati nella parte centrale.

Si è estinta la lingua di ghiaccio vivo che a giugno era presente sotto la vetta centrale, e al suo posto vi è una sorta di avvallamento fra i detriti.



Lascio la parola alle foto, e ringrazio ancora Claudio , l'associazione Abruzzometeo e AQ Caput Frigoris per la collaborazione.






































PANORAMICA COMPLETA SULL'INNEVAMENTO DEI DUE BACINI DEL GHIACCIAIO













































PARTICOLARI SUL GHIACCIO AFFIORANTE PRESSO L'INGHIOTTITOIO E LA "PORTA DEL CALDERONE".

























28 E 29 LUGLIO 2007 , FOTO CONCESSE DAL FORUM DEL "METEO CLUB ROMA"

DAL WEBMASTER "Stefano (Prenestina)" NONCHè AUTORE DELLE FOTO.




Il Calderone soffre sempre di più a causa dell'anticiclone africano che sta provocando un 'estate torrida e siccitosa come nessuno ricordava.

A fine luglio, il versante teramano del Gran Sasso, che generalmente rimaneva verde, si presenta secco e ingiallito, e continua a persistere incredibilmente la mancanza di cumulogenesi pomeridiana e di ingressi d'aria fredda, capaci fino a poco tempo fa di provocare anche nevicate estive su Gran Sasso e Majella.

Lo scioglimento del firn e del ghiaccio centenario, quest'ultimo presente sotto i detriti rocciosi, prosegue a ritmi elevati. Nel bacino inferiore, comincia ad allargarsi una voragine nel ghiaccio, situata presso l'inghiottitoio terminale del Calderone, e vanno formandosi muri di ghiaccio totalmente esposti al caldo e alla radiazione solare. Nel contempo, assieme all'acqua di fusione, scivolano nell'inghiottitoio detriti e rocce anche di grosse dimensioni.

La parte superiore appare invece divisa in due parti da una colata di detrito, in precedenza sommersa, e la residua placca , cioè il glacieret superiore, si presenta in rapido scioglimento con l'emersione di firn e ghiaccio vecchio e sporco.

La temperatura misurata nel pomeriggio era in vetta di +13,1°C , ma il sole picchiava duramente. Nonostante ciò, tutte le notti, come visibile dalle foto, l'acqua di fusione riesce a ghiacciare grazie all'inversione termica della conca glaciale del Calderone, dovuta allo sbarramento della morena frontale



Ma il peggio doveva ancora arrivare....



SEGUE BREVE CARRELLATA DI FOTO.








LA PARTE SUPERIORE DEL CALDERONE, IL 28 LUGLIO 2007









LA PARTE SUPERIORE DEL CALDERONE, IL 29 LUGLIO 2007









IL GHIACCIO DEL CALDERONE , CON ACQUA DI FUSIONE PARZIALMENTE RICONGELATA





PAOLO, DEL FORUM "METEO CLUB ROMA" , DENTRO L'INGHIOTTITOIO DEL CALDERONE CON I MURI DI GHIACCIO IN FASE DI EMERSIONE

































2 AGOSTO 2007... FOTO SCATTATE DA ME (FABRIZIO SULLI) DURANTE LA SALITA ALLA VETTA ORIENTALE ( 2903m. ) DEL CORNO GRANDE DEL GRAN SASSO





L'odiato Cammello, leggasi anticiclone africano, unito alla pessima alimentazione invernale, fanno sentire pesantemente i loro effetti sul ghiacciaio del Calderone, che si presenta agonizzante. Quasi tutta la copertura nevosa del bacino inferiore è scomparsa, ed in generale ogni accumulo di firn di questa annata e di quelle precedenti, è quasi sparito.



Nella parte inferiore del Calderone, sopra l'inghiottitoio, ex sede del lago Sofia, si è aperta una voragine nel ghiaccio a causa dello scioglimento dello stesso e dei nevai che occupavano questa sede.

Dentro il buco scivolano acqua di fusione, ghiaccio e frane di detriti, mentre sui fianchi , a causa dello scivolamento del pietrame, vanno scoprendosi enormi spessori di ghiaccio, e la situazione peggiora in continuazione. I ruscelli ablatori non fanno altro che allargare sempre più la depressione , scoprendo muri di ghiaccio vivo alti anche 4 metri o più.

Lo scioglimento del ghiacciaio sotto le pietre sta causando frane e scariche di roccia, nonchè lo scivolamento dei detriti che coprono il ghiacciaio verso l'inghiottitoio, e la conca piano piano si abbassa sempre più ( sotto i detriti ci sono 20 metri di ghiaccio). Il terreno scricchiolava e cedeva sotto i piedi, è il ghiaccio in agonia! Da notare che i detriti, muovendosi per gravità verso il fondo del bacino, lasciano allo scoperto sui lati il ghiaccio che coprivano, la cui sorte senza protezione è segnata.



La parte superiore invece si presenta divisa in due parti, con la neve dell'anno quasi scomparsa e l'emersione di firn vecchio e ghiaccio sporco, costantemente in scioglimento. La suddivisione è causata dallo scoprirsi di una grossa frana/colata detritica , scopertasi anche in passato (1994) , che senza la neve e il ghiaccio a trattenere i detriti, sta franando a valle . Intense le scariche di sassi e il ruscellamento. Probabilmente il ghiaccio interstiziale sotto la colata potrà sopravvivere, a differenza di quello ormai scoperto.



Presso l'inghiottitoio , la voragine formatisi prende il nome di Porta Del Calderone, ed era emersa in passato solo nella pessima annata del 1987, ma con dimensioni inferiori e dislocazione diversa. ( foto di Enrico Rovelli ).

20 anni dopo , la stagione autunno 2006/estate 2007 avrebbe fatto di peggio!

Il ghiaccio fossile del Calderone si presenta pluristratificato, con bollicine d'aria intrappolate al suo interno, ed è ben visibile nei muri di ghiaccio e dentro l'inghiottitoio , dove assume forma liscia e modellata dall'acqua di fusione . Probabilmente sotto i detriti che ostruiscono l'apertura del condotto, deve esserci una galleria verticale nel ghiaccio.

Da notare che nonostante la temperatura tropicale , l'acqua di fusione riesce ancora a ghiacciare in cristalli durante la notte, sempre per merito dell'inversione termica locale.



Uniche note positive dell'escursione sono state la possibilità di bere l'acqua di fusione del ghiacciaio, quella di toccarlo con mano ed ammirare i suoi colori , e perchè no ascoltare la sua voce, la sua storia , e quello che avrebbe da raccontare, scendendo brevemente nell'inghiottitoio con lo scrosciare dell'acqua nelle orecchie.






PASSO ORA AD UNA RICCA ,MA AL TEMPO STESSO TRISTE ,CARRELLATA DI FOTO .





PRIMA DI TUTTO UNA PANORAMICA DI TUTTO IL BACINO , INFERIORE E SUPERIORE, SCATTATE SALENDO ALLA VETTA ORIENTALE.























PARTE SUPERIORE DEL CALDERONE, VISTA DALLA VETTA ORIENTALE (2903m.)





PANORAMICA DEL DEBRIS COVERED GLACIER "CALDERONE", PIù VETTA OCCIDENTALE E PIZZO INTERMESOLI









DA SINISTRA A DESTRA , VETTA ORIENTALE, VETTA CENTRALE, TORRIONE CAMBI DEL CORNO GRANDE





DA SINISTRA A DESTRA , VETTA ORIENTALE, VETTA CENTRALE, TORRIONE CAMBI E VETTTA OCCIDENTALE DEL CORNO GRANDE , GRAN SASSO D'ITALIA





PANORAMICA, DALLA VETTA ORIENTALE ALL'OCCIDENTALE, SCATTATA DALLA MORENA FRONTALE DEL CALDERONE











PARTE INFERIORE DEL CALDERONE , E INGHIOTTITOIO "PORTA DEL CALDERONE" 2 AGOSTO 2007





Aggiungo altre foto riguardanti le catastrofiche condizioni del bacino inferiore del ghiacciaio, dove neanche la copertura di detriti è riuscita a limitare i danni.

Tutto il circo si presenta sgombro di neve, a parte 2 piccoli accumuli di ghiaccio e neve vecchia sotto la vetta centrale e nel versante sinistro idrografico, alla base dell'anticima dell'occidentale. L'inghiottitoio è completamente scoperto, e ha assunto l'aspetto di una voragine , simile ad una dolina, con attorno possenti muri di ghiaccio alti anche 3-4 metri, e frequenti frane di detriti . Interessante la stratiificazione profonda del ghiaccio antico del Calderone presso l'inghiottitoio.



Da notare la presenza, presso i ruscelli epiglaciali di fusione, di limo glaciale. Il limo glaciale è molto frequente sul Calderone, ed è prova del movimento del ghiacciaio, sicuramente avvenuto in passato, ma non del tutto certo ai giorni attuali. Tale limo potrebbe anche essere dovuto ai movimenti e allo sfregamento dei detriti rocciosi che ricoprono appunto il ghiaccio (debris covered glacier). Nel Calderone è presente sopra il ghiaccio che emerge, sotto i detriti, e soprattutto sotto la forchetta del Calderone.

Da dire anche che in alcuni periodi passati, il Calderone non esisteva, e nei circhi si formò suolo vegetale, il quale può venir confuso con il limo glaciale.












ACCUMULO RESIDUO DI NEVE E GHIACCIO ALLA BASE DELL'ANTICIMA DELL'OCCIDENTALE, NEL VERSANTE SINISTRO IDROGRAFICO DEL BACINO INFERIORE. QUESTA PLACCA SUPERFICIALE SOLITAMENTE SOPRAVVIVEVA SEMPRE ED ERA IN AUMENTO FINO ALL'ANNO SCORSO







VETTA CENTRALE E TORRIONE CAMBI DEL GRAN SASSO D'ITALIA, E BACINO INFERIORE DEL CALDERONE QUASI TUTTO PROSCIUGATO DA NEVE RESIDUA









PORTA DEL CALDERONE NEL 1987 , FOTO DI ENRICO ROVELLI





PORTA DEL CALDERONE 2 AGOSTO 2007



























VISTA GENERALE DELL'INGHIOTTITOIO DEL CALDERONE (PORTA DEL CALDERONE) , 2 AGOSTO 2007

















































MURI DI GHIACCIO PRESSO L'INGHIOTTITOIO









ALL'INTERNO DELL'INGHIOTTITOIO DEL CALDERONE , 2 AGOSTO 2007















LE PARETI DI GHIACCIO DELLINGHIOTTITOIO











FUNGO GLACIALE IN FORMAZIONE, CON GROSSO CONO DI GHIACCIO PROTETTO DAL MASSO SOVRASTANTE



















GHIACCIO ANTICO STRATIFICATO DEL CALDERONE









RUSCELLO EPIGLACIALE ABLATORE E LIMO GLACIALE, 2 AGOSTO 2007











LIMO GLACIALE PRESSO L'INGHIOTTITOIO. DA NOTARE IL FOGLIAME DEGLI ALBERI (FAGGI ED ACERI DI MONTE) PRESENTI 1600 METRI PIù IN BASSO, PORTATO FIN QUI DAI FORTI VENTI DELLE BUFERE INVERNALI









RUSCELLO ABLATORE EPIGLACIALE DEL CALDERONE, CHE SCORRE SOPRA IL GHIACCIO ANTICO PIENO DI BOLLE D'ARIA











LIMO GLACIALE TRA I DETRITI PRESSO I RUSCELLI ABLATORI







PARTICOLARE DELL'ACQUA DI FUSIONE RICONGELATASI DURANTE LA NOTTE GRAZIE ALL'INVERSIONE TERMICA LOCALE DEL CIRCO DEL CALDERONE





























20 AGOSTO 2007 , FOTO GENTILMENTE CONCESSE DALL'AUTORE GIAMPIERO MANZO, CHE USA IL NICKNAME "GIAMPT SUL FORUM METEONETWORK", "GIAMPIERO SUL FORUM ABRUZZOMETEO"







Prima di tutto ringrazio Giampiero per avermi fornito le foto. In seguito dovrebbe fornirmene altre , che andranno aggiunte quindi in questo post.



Le foto risalgono al 20 agosto 2007 , e inquadrano la parte superiore del Calderone, che si presenta ancora più ridotta in dimensioni e spessore.

Il caldo continuo e il soleggiamento hanno ulteriormente accelerato la deglaciazione e la fusione del Calderone.

è emerso totalmente il nevato degli anni passati, sporco e inquinato, che appare di colore grigio scuro. Sotto di esso è presente il ghiaccio.

La placca superiore è , come detto in precedenza, divisa in due da una colata detritica che continua a franare a valle. La parte superiore in sinistra idrografica, quindi alla sinistra della placca, è quasi scomparsa per la fusione in quanto più esposta al sole.

Resiste ancora quella in destra idrografica, addossata alla parete nord della vetta occidentale, in cui sono venuti alla luce nevato e ghiaccio vecchi.



Solitamente la parte superiore, negli anni passati, era spesso sopravvissuta intera fino al termine della stagione di ablazione.





SEGUONO FOTO SCATTATE DALLA TESTATA DEL CIRCO SUPERIORE DEL CALDERONE, LUNGO LA VIA NORMALE DI SALITA ALLA VETTA OCCIDENTALE.




























































4-5-6 SETTEMBRE 2007 , FOTO CONCESSE DAL SITO http://www.adrphoto.com/ DAL POST

http://www.adrphoto.com/index.php/Gran-Sas...-due-corni.html , E PRESE DAL FORUM METEOGIORNALE ;

L'AUTORE ( NICKNAME "SPIRITO" ) HA DATO L'AUTORIZZAZIONE QUI http://forum.meteogiornale.it/private.php?...wpm&pmid=125393




All'inizio di settembre, una perturbazione proveniente dai Balcani, e quindi entrata sull'Adriatico dalla porta della Bora, provoca nevicate sui massicci appenninici , con rovesci e temporali nevosi che portano per breve tempo la neve anche fino a 1600 metri di quota. Sulla costa è memorabile la supercella marittima che porterà trombe marine , fulminazioni intense e rovesci dal tardo pomeriggio - sera e in nottata!!

Sulla Majella l'accumulo è disceto, e si aggira sui 20 cm. a 1800 metri , mentre sul Gran Sasso (escludendo il ben innevato Monte Camicia 2564m.) l'accumulo si presenta veramente modesto.



Osservando le foto del Corno Grande e del Corno Piccolo, si deduce che la neve iniziava a cadere scarsa solo verso i 1900metri (madonnina dell'Arapietra) , ma più in alto le condizioni non erano affatto migliori, e in generale la vetta, e nello specifico il circo del Calderone, avevano subito solo una "spolverata" di pochi centimetri a differenza della Majella, che ha grandi accumuli con queste correnti essendo più favorita.

Anche alle vette più alte, sulla morena del Calderone e nel vallone delle Cornacchie (visibile il rifugio Franchetti) , si può notare come sia irrisorio l'accumulo, che lascia intravedere il grigio della roccia ed è spazzato via dal vento , con scaccianeve ben visibile.

Accumulo scarso stimato dagli 0 ai 20 cm. fino alle quote più elevate (2912m.)



In conclusione questo evento non ha di certo fermato l'ablazione, se non per il breve tempo dovuto al velo di neve depositatosi e alla rapida discesa sottozero delle temperature. Nelle settimane seguenti, quasi tutta la neve caduta sulle catene montuose si è sciolta, e nonostante il settembre con temperature fresche e precipitazioni, l'ablazione non si arresterà ancora...












VISUALE GENERALE DEL CORNO GRANDE E DEL CORNO PICCOLO DEL GRAN SASSO D'ITALIA, DA PRATI DI TIVO





RIFUGIO FRANCHETTI E SELLA DEI 2 CORNI, CON ACCUMULO IRRISORIO



































23 SETTEMBRE 2007, FOTO DELL'UTENTE "GLAK" DEL FORUM METEONETWORK, PRELEVATE DA QUESTA DISCUSSIONE ( APERTA DA ME OLTRETUTTO ) http://forum.meteonetwork.it/showthread.php?t=60281&page=4





Il 23 settembre 2007 , dopo le nevicate di inizio settembre che sembravano aver posto fine alla disastrosa stagione ablativa 2007 , si constata che dello scarso manto nevoso fresco non è rimasto praticamente nulla, ed anzi, nonostante il freddo e l'insolazione del bacino in diminuzione, l'ablazione è continuata, seppure a ritmi lenti.



Il giorno in cui sono state scattate le foto, la voragine della Porta del Calderone si presentava di dimensioni enormi rispetto ad agosto, con muri di ghiaccio scoperti presso l'incavo di addirittura 6 metri di altezza e pesantemente incisi dai ruscelli ablatori. Lo scioglimento proseguiva, infatti l'autora segnala un piccolo ruscello ablatore che scorreva sopra il ghiaccio. Ovviamente solite frane e scivolamento di detriti sopra il ghiaccio, che finendo scoperto ha la sorte segnata

Presente ancora acqua di fusione ricongelata durante la notte, presso la morena frontale.

La placca in sinistra idrografica del bacino inferiore è quasi sparita, e quella superiore, che si intravede appena, non se la passa di certo meglio.

Per comprendere le dimensioni del disastro, basta usare come riferimento le persone presenti nelle foto.


















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Francesco
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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2008 9:46 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Fabrizio,



ben ritrovato su questo sito.



Interessantissimo (e sconfortante Crying or Very sad ) il tuo intervento sul ghiacciao più meridionale d'Europa anche se, come hai accennato anche tu, in molti lo declassano a nevaio/vedretta...

Articolo corredato da splendide e significative fotografie che, magari, allungano un pò troppo il "caricamento" della pagina...



Per gli Ernici nessun problema, avvisami con un pò di anticipo e tu accompagnerò volentieri... Wink



Saluti,

Francesco
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pino55
I Monti Ernici; la mia passione
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MessaggioInviato: Mar Gen 22, 2008 11:48 pm    Oggetto: Bravo Fabrizio Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Fabrizio

sono Giuseppe,

complimenti per le belle foto e per l' ottimo studio che hai fatto sul ghiacciaio del Calderone....speriamo che resista a queste alte temperature e che si possa chiamare ancora ghiacciaio.



Per chi legge il forum è bene che sappia che Fabrizio collabora con un sito che si chiama:



http://nuke.ilcalderone.biz



invito tutti ad andarlo a visitare...veramente molto interessante.

Fabrizio...spero che ti ricordi dell' invito che ti ho fatto durante le feste natalizie......

un saluto e ancora complimenti

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Giuseppe
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