Forum dei "Monti Ernici"

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Amilcare
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MessaggioInviato: Gio Ago 16, 2012 11:37 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Amilcare ha scritto:
Non è mettere insieme il diavolo e l'acqua santa, ma cercare di capire quanto di vero ci sia in quello che si racconta.
Ti faccio qualche esmpio: Tutti gli studiosi e gli archeologi avevano sempre pensato che quanto tramandato da Omero e dagli aedi, a proposito della guerra di Troia e dei suoi eroi fossero soltanto fantasie:
Miti che vanno dal Pomo d'oro di Paride e per quello che riguarda, la nostra storia, a quello di Enea.
Uno sprovveduto ricco mercante E.Schliemann, fidandosi di Omero e dei miti legati alla guerra di Troia, si è intestardito, ha cercato riiscontri e tra lo smacco e lo stupore dei saputi, ha trovato Troia e Troia, dal mito, è entrata nella storia.
Alla stessa maniera la scopertta delle tredici are sul lido di Pratica di Mare, ha dato corpo al mito di Enea che, giunto nel Lazio, come raccontavano gli antichi, avrebbe appunto costruito tredici altari.

Certo non si può basare una ricerca seria partendo dalle donne dei nostri Ciclopi che come si raccontava, portavano ai loro mariti che costruivano le nostre mura, i grossi macigni, tenendoli sulla testa, così come si portano le conche, mentre facevano la calza,
ma si dovrebbe partire dai Ciclopi, mitici, misteriosi, personaggi che già nell'antichità sono stati oggetto di supposizioni.

E allora: Chi erano i Ciclopi?
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MessaggioInviato: Ven Ago 17, 2012 12:11 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

I nostri ciclopi non erano certo Polifemo e i suoi amici siciliani, nati dalla contaminazione del mito dei Ciclopi che fabbricavano i fulmini per Giove e l'errata inerpretazione dei teschi fossili degli elefanti nani, dei quali si scambiava il foro nasale, quello della proboscide, con l'orbita di un occhio del teschio di un gigante.
A pensarci bene, però e cercare di sbrogliare il mito dei Ciclopi, si ci potrebbe rifare al mito di quei ciclopi che fabbricavano i fulmini di Giove che Insieme ai Centimani combatterono e vinsero contro i Titani, il più famoso dei quali, Atlante, fu condannato a reggere il cielo sulle sue spalle.

Amilcare
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MessaggioInviato: Lun Ago 20, 2012 7:11 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Già nell'antichità la maggior parte di quanti si erano posto il problema di scindere il mito dalla realtà per quanto riguarda i Ciclopi, rifacendosi alla fabbricazione dei fulmini per Giove, si ricollegava a quelle popolazioni che erano venute dall'oriente e possedevano l'arte della metallurgia.
Per quanto riguarda l' "unico occhio", questo era dovuto al fatto che gli artigiani metalliferi, per proteggersi gli occhi dalle scintille, mettevano una specie di maschera con un foro centrale, la stessa maschera che avrebbero usato i "costruttori di mura" per proteggere gli occhi dalle schegge di pietra.
Un'altra teoria ipotizza che, al pari di alcune popolazioni moderne, fossero ciclopi perchè disegnavano o tatuavano il "terzo occhio" in mezzo alla fronte.

Amilcare.
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MessaggioInviato: Gio Ago 23, 2012 7:02 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Tornando alle Mura:
Siccome nei vari seminari che si tengono sulle nostre nura si finisce sempre per fare riferimento a Roma, cerco di riassumere quanto la leggenda, la storia e l'archeologia ci dicono di Roma e delle sue mura.

- Per la leggenda:
Romolo e Remo hanno la facoltà di fondare una città.
Romolo riesce ad interpretare gli auspici a suo favore e sul Palatino traccia il solco che racchiude l'area sacra della "Città Quadrata".
- Per gli storia:
Sulla base della tradizione orale e delle testimonianze di quanto ancora esistente, la maggioranza degli antichi storici stabilisce che il 21 aprile del 753 a.C., Romolo ha fondato Roma.
- Per l'archeologia:
Gli scavi effettuati confermano che sul Palatino c'è stata una presenza umana già prima del IX sec.a.C. e che intorno all'VIII questa presenza appare organizzata.
Le tombe scoperte nella valle tra il Palatino e il Campidoglio confermerebbero la sacralità dell'abitato sul Palatino e il "Lapis Niger", ritrovato in questo contesto, addirittura, la leggenda di Romolo.

In questa fase non ci sono tracce di mura e le difese della città sarebbero state affidate alla sacralità del "Pomerium".

Amilcare.


L'ultima modifica di Amilcare il Dom Ago 26, 2012 10:30 am, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Sab Ago 25, 2012 9:58 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

I Sette Colli:
Come ci dice l'archeologia, al tempo della "Città Quadrata", tutta la zona della futura Roma, presentava pressappoco la stessa situazione del Palatino.
Quasi tutte le alture, i Sette Colli, risultavano occupate, come tramandava la leggenda, da antichi villaggi fondati dai mitici eroi citati, nell'Eneide, da Virgilio, o da Ercole, o dallo Stesso Saturno.
Di questi, oltre al Palatino, importantissimo per la storia delle origini di Roma, è stato il Quirinale, occupato dai Sabini, sui quali regnava Tito Tazio e che adoravano il dio Quirino.
Altro colle di grande importanza era il Campidoglio, dove si diceva che il dio Saturno avesse trovato rifugio e avesse fondato una città.
Sugli altri colli abitavano genti provenienti da tutto il Lazio, compresi gli Ernici e gli Equi, i confinanti Etruschi e i lontani Greci.
Il perchè di tante presenze, penso sia da attribuire alla necessità degli scambi commerciali:
Il Tevere divideva due mondi:
A nord gli Etruschi in espansione, a sud gli Italici che vedevano in questa nuova realtà nuove opportunità e la Magna Grecia che consolidava la sua presenza e tutti, sulla siinistra del Tevere, avevano creato le loro basi commerciali.
Le basi commerciali etrusche erano rappresentate dalle città di Veio e di Fidene.

Finisce allora la mitica "Età dell'Oro"?

Amilcare.


L'ultima modifica di Amilcare il Mar Ago 28, 2012 5:11 pm, modificato 3 volte
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MessaggioInviato: Sab Ago 25, 2012 12:26 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Sempre più intreressante.... Very Happy
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MessaggioInviato: Sab Ago 25, 2012 6:44 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Il famoso "Ratto delle Sabine" innescò numerose schermaglie che si concludevano quasi sempre senza spargimento di sangue e con la "vittoria" dei Romani che inglobavano le popolazioni vinte, ingrandivano il terriitorio e crescevano in fama e potenza.
Fino a quando...
Per gli storici antichi,la causa del primo vero scontro armato fu Fidene:
Questa,gelosa avrebbe voluto distruggere sul nascere l'eventuale rivale e preparava l'eserctto; ma Romolo prevenne l'attacco e con un'abile strategia vinse, conquistò Fidene e ne fece una colonia.

Fidene era cinta di mura e oltre il Tevere c'erano Veio e le altre città etrusche tutte difese da possenti mura.

Amilcare


L'ultima modifica di Amilcare il Mar Ago 28, 2012 9:46 am, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Lun Ago 27, 2012 5:32 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Si può dire che le mura di Fidene furono le prime mura di Roma.
Abbiamo visto,infatti che nè la "Città Quadrata", nè il CAMPIDOGLIO, dove si diceva che LO STESSO mitico SATURNO avesse fondato una città, non presentano tracce di mura.

E allora: che dire di ALCUNE CITTA' DEL LAZIO CHE DICONSI FONDATE DAL RE SATURNO?

Si può azzardare che per lungo tempo, era forse la mitica ETA' DELL'ORO? , le città italiche del Lazio che pure sicuramente esistevano prima della fondazione di Roma, non fossero difese da mura.
Ne sono prova, oltre la "Città Quadrata" e la città di Saturno sul Campidoglio, il racconto della sconfitta di Fidene e della distruzione di Albalonga.
Infatti, mentre nel primo caso gli storici mettono in rilievo la difficoltà dell'imjpresa per la presenza di mura che difendevano la città, nel caso di Albalonga, nessuno, a proposito dei diversi momenti di guerra, fino alla sua completa distruzione, fa cenno ad eventuali difese di quella città.

Amilcare


L'ultima modifica di Amilcare il Mar Ago 28, 2012 4:49 pm, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Mar Ago 28, 2012 4:47 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

LE CITTA'

La città, penso, sia stata una invenzione delle anticbe civiltà del Medioriente che si orgnizzarono in società gerarchiche per il controllo delle attività e dei sudditi, con sovrastrutture di carattere religioso tali da suffragare lo status quo.
A noi la civiltà urbana è giunta mediata dalle strutture urbane greche ed etrusche che hanno mantenuto, è vero, il caratere sacrale del recinto urbano, hanno dato, però, grande spazio alla cittadinanza con tutte le complicazioni che hanno portato alla Città Stato.
In queta prospettiva, le mura che cingevano l'abitato non erano soltanto un baluardo di difesa, ma, sopratuto, erano il limite entro il quale si svolgevano e si potevanao svolgere le attività civili, tra le quali di primaria importanza rimanevano quelle legate alla religione che regolava e condizionava ogni attività politica ed economica della società e del cittadino.

E si può dire che le mura erano la città e fino a quando esisteva una traccia di mura, la città era viva.
E' tanto vero questo che quando i Romani distruggevano una città, non solo la facevano oggetto di "devotio" , ma avevano la massima cura per lo smantellamento delle mura e la dispersione delle pietre.

Nel caso di Fregellae, per esempio, gli scavi condotti a cura del Prof. Filippo Coarelli dell' Università di Perugia, hanno riportato alla luce tutto l'assetto dell'antica città: gli edifici pubblici e privati (nel foro, addirittura le tredici corsie percorse dalle tredici tribù, per le votazioni) e si è potuta ricostruire l'evoluzione delle terme, dei servizi pubblici, delle domus e degli opifici che nei due secoli di vita avevano fatto grande e ricca questa importantissima colonia, la quale ebbe la sventura di essere la prima città ad esigere la cittadinanza romana.
Di Fregellae è stato ritrovato perfino il "Mundus" , addirittura l' "Onfalos" ma delle mura che la cingevano, niente di niente.

Amilcare
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MessaggioInviato: Gio Ago 30, 2012 8:58 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Vediamo adesso quale era la situazione dei popoli del Lazio a sud dei Latini.
Sulla valle del Fiume Sacco, alle pendici di Monti Ernici, si apriva un corridoio che raccordava la Valle del Tevere a quella del Liri-Garigliano; un lunghissimo corridoio che diventò, in tempi storici, nevralgico per le comunicazioni tra il nord e il sud e le sorti dell'Italia.
E' inutile ricordare i grandi eventti che hanno visto, nel corso dei secoli, protagonista questo corridoio; basterebbe soltanto ricordare la Battaglia di Cassino dell'ultima guerra.
Tutta la zona era aspra e selvaggia: i fondovalle erano coperti da paludi e boschi impenetrabili coprivano i fianchi dei monti.
Un'immenso Far-West a disposizione di pionieri.
E c'erano questi pionieri.
C'erano: Nel IV millennio, su un pianoro, avevavano costruito case e coltivato campi (vedi).
E sono venuti gli Ausoni, gli Ernici, i Latini, gli Aurunci, i Sanniti, gli Osci e i Volsci.
Un coacervo di popoli amici e nemici insieme.
E su questo corridoio passavano Greci ed Etruschi.
Noi eravamo gli ERNICI .

Amilcare.
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MessaggioInviato: Dom Set 02, 2012 12:08 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Gli Ernici avevano occupato tutta la fascia pedemontana dei Monti dai quali, secondo alcuni studiosi, molto probabilmente, avevano preso il nome. (herna=pietra),
Una zona invidiabile per il clima, l'esposizione e la posizione; per la ferilità del suolo e l'abbondanza di acqua e, non ultima per la presenza dei minerali, necessari e sufficienti per una economia primitiva
I suoi abitanti, perciò, vivevano di agricoltura e pastorizia ed avevano la possibilità di produrre quanto loro necessario,
I primi insediamenti, al pari di tutti i popoli circonvicini, si può dire che fossero a carattere familiare: un "pater familias", un recinto, un territorio in proporzione alle forze lavorative, le attività artigianali per soddisfare le necessità del lavoro e della "familia".
C'è da dire che le condizioni ambientali esigevano, quasi sempre, la costruzione di terrazzamenti, sia per livellare il suolo sul quale costruire le abitazioni, sia per addolcire i pendii per l'agricoltura.
Non mancavano, però e quasi tutti sui cucùzzoli, veri e propri centri abitati fortificati costruiti già durante l'età del bronzo e terrazzamenti muniti di mura per la difesa comune delle "familiae" circonvicine.

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tommaso
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MessaggioInviato: Dom Set 02, 2012 9:23 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Amilcare, sei un vero fiume in piena.... Surprised ! É bello ed interessante leggere questa sezione, ma davvero difficile intervenire per avanzare domande, dubbi, curiosità sulla incredibile quantità di informazioni che ci stai mettendo a disposizione.
Comunque come sempre provo ad avanzare qualche osservazione-domanda, in questo caso sulle città: tu richiami l'attenzione su alcune città italiche prive di "strutture di difesa" come le mura. Bene, quale erano allora i sistemi di difesa? E poi, quando parli dell'attenzione dell'impero nel demolire le fortificazioni, c'entra anche una certa superstizione dei romani nell'abbattere i muri? Quando parli di vita delle città finché sono "vivi" i muri é a questo che ti richiami?
Grazie per la pazienza e naturalmente per le...risposte
Wink !


A presto, Tommaso.
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MessaggioInviato: Lun Set 03, 2012 9:55 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ringrazio Tommaso e rispondo

L'ultima modifica di Amilcare il Mar Set 04, 2012 10:53 am, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Mar Set 04, 2012 10:46 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Caro Tommaso,
ti ringrazio per l'attenzione e cerco di venire incontro alle tue perplessità, giustificabillissime, in quanto la concisione alla quale sono costretto (avrei voluto soltato fare la differenza tra mura megalitiche e mura ciclopiche), non può permettere approfondimenti e divagazioni e spero di eserti utile.
Ricorda che c'è stato un periodo mitico, "L'Età derll'Oro", nella quale gli uomini vivevano in santa pace.
Forse la città, almeno così come la intendiamo noi, neanche esiteva, ma esisteva l' "URBS" che era costituita dall'insieme degli edifici pubblici e privati e dalla cittadinanza.
Ho già scritto che la CITTA' era racchiusa nel Pomerio (P.e. il solco di Romolo per la Città Quadrata) che delimitava lo spazio sacralizzato entro il qiuale si potevano svolgere le attività inerenti alla vita cittadina.
In questo caso le difese sarebbero affidate alla sacralità del pomerio che era invalicabile (ricordi l'uccisione di Remo?), tanto che per oltrepassarlo senza incorrere nel sacrilegio, bisognava fare gli ingressi che si ottenevano interrompendo il solco, sollevando l'aratro da terra.

Altro esempio era dato da Sparta che non era cinta da mura e che affidava la difesa al petto dei suioi uomini.

Per quanto riguarda il rapporto "Mura-Città", ho fatto l'esempio di Fregellae.
La "devotio" comprendeva distruzione delle mura ed era un rito che coinvolgeva profondamente uomini e Dei.
I Superiori: gli amici perchè aiutassero nell'impresa; i nemici perchà abbandonassero la città e trovassero scampo in Roma dove, per loro, sarebbero stati costruiti magnifici templi;
gli inferi perchè a loro sarebbe stata offerta la città distrutta.
La Devozio della città marchiava e sacralizzava per sempre il luogo su cui sorgeva che veniva cosparso di sale e arato.
Nessuna città "devota" è mai risorta sullo stesso luogo, di tante si ignora il loro sito e di alcune addirittura il nome; mentre le altre, anche se distrutte più volte, sono quasi sempre rinate nello stsso luogo, all'interno delle mura che, con la loro presenza hanno conservato la memoria.

Da aggiungere che gli antichi, non solo i romani, erano molto superstiziosi e meticolosissimi nel rispetto dei riti tradizionali e del sacro (tabù).

Amilcare.
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MessaggioInviato: Mar Set 04, 2012 12:27 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Caro Amilcare, può una domanda rimanere senza risposta con te?
No, non può! Grazie molte per l'attenzione che dedichi alle mie curiosità ed osservazioni.

cari saluti, Tommaso.
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MessaggioInviato: Mar Set 04, 2012 6:52 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Tommaso ha scritto:
Caro Amilcare, può una domanda rimanere senza risposta con te?
No, non può!...
Già, Tommaso, lo credo anch'io.... Very Happy

Saluti,
Francesco
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MessaggioInviato: Gio Set 06, 2012 6:25 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Fino al VI sec.a.C., perfino Roma era ancora priva di mura di difesa.
Fu Tarquinio Prisco, un re che veniva dall'Etruria, a costruire una parvenza di mura, cercando di raccordare le mura di Fidene ai recinti su terrapieno già esistenti.
Fu il successore, Servio Tullio un altro re ertrusco, a cingere Roma di mura che, dal suo nome, furono chiamate Serviane.
Queste mura non erano però impenetrabili, tanto che il 390 a.C. Brenno e suoi Galli poterono scorazzare per Roma e saccheggiarla.
I Romani: alcuni si dettero coragiosamente alla fuga e si rifugiarono nelle città etrusche più vicine, compresa Fidene che, come abbiamo visto era cinta di mura e faceva parte della città; altri, pensando di esseri protetti dall'asperità dei pendii, si rifugiarono sul Campidoglio e, come narra la storia, furono salvati dalle oche.

Amilcare
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MessaggioInviato: Ven Set 07, 2012 12:37 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Furono gli Etruschi, quindi, a comincire da Tarquinio Prisco, nel VI sec.a.C., a fornire Roma di mura.

Cercherò di esporre quali, secondo il mio parere, ne siano state le cause.

Ho già scritto che, tra gli altri, anche gli Etruschi avevano la loro base commerciale sulla riva sinistra del Tevere; ma a un certo punto, ebbero bisogno di consolidarla e addirittura, fortificarla.
Per questo motivo, più che occuparla, penso abbiano fagocitato Roma e perciò, preoccupazione costante degli ultimi re, tutti etruschi, fu quella di difendere la città con le mura e cercare, inoltre, alleati tra i popoli vicini per una maggiore sicurezza.
Si può dire che l'"occupazione" di Roma sia stato uno degli ultimi sussulti dell'impero commerciale etrusco che si articolava su basi sparse su tutto il Mediterraneo.

La principale base commerciale etrusca in Italia era rappresentata da Capua e Capua era in pericolo.

Amilcare


L'ultima modifica di Amilcare il Ven Set 07, 2012 2:08 pm, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Mar Ott 09, 2012 11:47 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

In quel periodo tutta la penisola italiana era in fermento:
A nord premevano i Galli;
a sud le colonie greche che ormai si erano consolidate, cercavano di espandersi anche in lotta fra loro;
i Cartaginesi sfruttavano ogni occasione per far sentire la loro forza militare e aprire nuove basi commerciali.
In questo frangente i popoli italici, spesso in lotta tra loro, arrancavano per fronteggiare queste nuove realtà e si appoggiavano all'uno o all'altro e le sorti dell'Italia risultavano affidate ai popoli di maggior consistenza numerica:
Gli Etruschi in declino e i Sanniti che prendevano coscenza del loro valore e della loro forza;

Per gli Etruschi erano tutte emergenze che bisognava affrontare.
Per alcune bastava la consolidata diplomazia del quieto vivere, per altre sarebbero state necessarie le armi.
Gli Etruschi, però erano un popolo di mercanti e di artigiani che si godevano il frutto delle loro remunerative attività e affidavano alla diplomazia la sicurezza loro e dei loro mercati e finchè hanno potuto sono stati abili diplomatici.
Diplomazia significa patteggiare e per poter patteggiare proficuamnte bisogna vantare punti incontrovertibili di forza.
IL FERRO era la forza degli Etruschi e di questo minerale erano i migliori, se non i maggiori, produttori di tutto il bacino del Mediterraneo.

Amilcare

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MessaggioInviato: Ven Ott 12, 2012 7:23 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Perdere il monopolio del ferro avrebbe significato perdere il punto di forza della diplomazia e questo avrebbe messo in pericolo le rotte marine e gli itinerari via terra.
Ed ecco le mura, le nostre mura: le mura ciclopiche.
Forse già c'erano, come c'erano quelle di Fidene al tempo di Romolo e cingevano le città o forse c'erano stati soltanto muri a sostegno dei terrapieni abitati dalle "familiae".

Resta il fatto che ad un certo momento, per far fronte alle nuove emergenze, si ebbe il bisogno di andare oltre l'etnia che raggruppava le diverse genti accumunate dagli stessi valori religiosi e culturali, da una stessa lingua e di essere popolo unitario raccolto in uno stesso sito e governato da una stessa legge.

Penso che così siano nate le nostre città e sono entrati nella storia il popolo di Alartri, il popolo di Anagni, il popolo di Ferentino, di Veroli...
Ma c'erano questi popoli prima della storia?

Ci sono state altre emergenze, prima di quella che metteva in discussione la suipremazia etrusca e che nessuna storia ricorda?

Amilcare.
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