Forum dei "Monti Ernici"

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Amilcare
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MessaggioInviato: Sab Giu 09, 2012 11:41 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Gli studiosi hanno raggruppato nelle quattro seguenti tecniche la costruzioni di opere megaliticher:
-PRIMA MANIERA: massi appena scozzati e grossolanamente accostati, con numerosi rinzeppi di pietre più piccole, per riempire i vuoti.
-SECONDA MANIERA: Massi poligonali che in alcuni punti mostrano dei vuoti riempiti con pietre più piccole.
-TERZA MANIERA: Massi poligonali ben lavorati e perfettamente sagomati per incastrarsi l'uno all'altro.
-QUARTA MANIERA: Massi lavorati a forma di parallelepipedi aventi la stessa altezza per poter essere facilmente soprapposti.

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Gigino
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MessaggioInviato: Sab Giu 09, 2012 1:30 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Vero Amilcare, siamo sempre in tempo Smile Smile Smile
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Francesco
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MessaggioInviato: Sab Giu 09, 2012 7:59 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Un altro risvolto positivo di internet.... Very Happy

Saluti,
Francesco
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MessaggioInviato: Dom Giu 10, 2012 10:17 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Per la costruzione delle nostre mura, a parte la lavorazione del blocco che doveva essere funzionale alle diverse maniere, diferrivano il trasporto e la messa in opera dello stesso.
Mentre, infatti, per la prima maniera era sufficiente far rotolare il masso da luogo della sua estrazione fino al suo alloggiamento nel muro, per le altre si presentavano due soluzioni:
- costruire, nella immediata vicinanza del muro o sul muro stesso, uno scivolo dove il masso veniva posto, in posizione preordinata e trascinato in maniera tale che non subisse rotazioni tali da rendere difficile il suo collocamento definitivo;
- usare argani per il sollevamento del masso e guidarlo per il suo alloggiamento.

-Per l'opera poligonale, l'alloggiamento definitivo del masso, prevedeva, oltre il perfetto allineamento, l'incastro con le altre pietre già messe in opera.
Nel primo caso, sono visibioli sulle mura, brevi tratti che non presentano intoppi di alcun genere; nel secondo fori sul masso che servivano per sistemare le ganasce dell'argano.

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MessaggioInviato: Dom Giu 10, 2012 2:22 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

E le epoche delle diverse maniere? Possiamo saperle? Credo sia molto importante per la datazione.
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MessaggioInviato: Dom Giu 10, 2012 2:30 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Sicuramente l'Arco di Trevi e Guarcino ( non dimentichiamo che è sul confine e che i Trebani fino a qualche anno fa lo chiamavano Arco di Guarcino) appartiene alla QUARTA MANIERA, e così pure credo gli ARCAZZI DI ANAGNI......attribuibili quindi ad un periodo più recente Ernico-Romano, cioè dopo la "integrazione" degli Ernici con Roma!!!!
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MessaggioInviato: Lun Giu 11, 2012 11:36 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Un discorso a parte merita la quarta maniera che è caratterizzata dalla forma a parallelepipedo dei blocchi da costruzione.
Non penso, infatti, che questa tecnica sia stata determinata solamente dal tipo di roccia dalla quale si ricavavano i blocchi perchè questo sarebbe stato valido per i travertini, i tufi, i conglomerati ed altre rocce che non presentano punti naturali di rottura, ma non è valido per il nostro calcare; per cui, penso,la tecnica della quarta maniera è un espediente per affrettare i lavori e renderli più economici, con la prefabbricazione di pietre uniformi, adatte per la costruzione di qualsiasi muro, nel minor tempo..

Nella nostra zona, oltre l'Arco di Trevi e gli Arcazzi, ricordati da Gigino, la quarta maniera è molto presente, ma non offre spunti per la datazione del megalitico, infatti: mentre a Ferentino poggia sul poligonale, ad Alatri, sull'Acropoli, il poligonale poggia sul quadrato.

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MessaggioInviato: Lun Giu 11, 2012 5:24 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Per la cronaca:
L'Arco (di Trevi, nome ufficiale assunto dopo il seminario tenutosi a Guarcino e a Trevi) viene chiamato:
- dai pastori - Arco di Nerone
- dai guarcinesi - Arco di Trevi;
- dai trebani - Arco di Guarcino.
(non l'ho scritto subito, in risposta a Gigino, perchè pensavo fosse scritto nel capitolo "Arco di Trevi")

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MessaggioInviato: Mar Giu 12, 2012 6:51 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Nella TERZA MANIERA, invece, ogni masso è sagomato in funzione di quelli già messi in opera seguendone i profili e in maniera tale da formare superfici d'appoggio su diversi piani che con le loro linee spezzate rendono il muro, oltre che compatto, sopratutto elastico, potendo ogni pietra ricevere le spinte e distribuirle alle vicine fino a scaricare le linee di forza, attraverso archi ciechi, sulle fondamente ricavate dalle rocce emergenti.
Senza arrivare all'ipotesi prospettata da alcuni studiosi che alcune pietre situate in zone particolari, per esempio sul muro della Porta dei Falli, potrebbero avere un significato legato a simboli antropomorfi, c'è da notare che il taglio degli angoli dei poligoni irregolari, è tale che una eventuale spinta anomala, causata, per esempio dai terremoti, manterrebbe ogni pietra nella sua posizione originaria senza danno per la struttura.
Se è valida questa ipotesi, si immagini il danno causato all'acropoli di Alatri con l'iniezioni massicce di cemento che legando le pietre tra loro, oltre a impermeabilizzare gli spazi tra le pietre, cosa che impedisce il deflusso dell'acqua che cerca spazio nelle porosità delle pietre stesse, hanno tolto l'elasticità alla porzione di muro da esse interessata col risultato che una enorme massa rigida si contrappone alle singole pietre confinanti e toglie loro la possibilità di interagire e minaccia di scardinarle nel caso di spinte laterali.

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MessaggioInviato: Mer Giu 13, 2012 2:11 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

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MessaggioInviato: Mer Giu 13, 2012 2:14 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Tutto molto interessante, grazie Amilcare. Smile
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MessaggioInviato: Mer Giu 13, 2012 5:53 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Per quanto riguarda la datazione delle mura in opera megalitica, si può affermare e tutti gli studiosi concordano, che i diversi stili non hanno alcun rapporto di tempo tra loro.
L'opera quadrata, per esempio è documentata a Roma (Mura Serviane e Carcere Mamertino) già dal VI sec.a.C., secolo in in cui la maggior parte di quanti se ne occupano, collocano, a torto o a ragione, la costruzione delle nostre mura poligonali.
Tutti i diversi stili sono documentati per tutto il Medio Oriente e tutto il bacino del Mediterraneo già dal XV sec,a.C. fino ad epoche più recenti.
Ho incluso, infatti, il Colosseo, anno 75 d.C. tra le costruzioni megalitiche in opera quadrata e ricordo che ancora in epoca imperiale, si usava il poligonale a volte, addirittura, imitandolo mettendo in opera soltanto lastre che coprivano il muro.
Se ne può dedurre che ogni muro, addirittura ogni tratto di muro, vedi tutto il tratto orientale dell'acropoli di Alatri, ha la sua storia e soltanto questa lo colloca nel suo tempo.

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MessaggioInviato: Gio Giu 14, 2012 10:36 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Con PIETRE DI PICCOLE DIMENSIONI, si costrivano
LE MACERE.
Sono muri costruiti con pietrame a secco.
Vengono ancora usate per il contenimento di terrapieni per uso agricolo ed oltre che per i terrazzamenti , venivano anche usate per costruire le abitazioni, tipo capanne, e i recinti; perfino le mura.

E' evidente che la macera avrebbe reso più facile il trasporto e la messa in opera della pietra; ma avrebbe posto il problema della frantumazione della roccia e non avrebbe dato garanzie per la solidità delle mura.

Intorno ad Alatri abbiamo due esempi di recinti a macera:

Il primo e più antico a MONTE SAN GIACOMO, proprio sulla cima.
Si tratta di un CASTELLIERE formato da tre cerchi completi quasi regolari.
E' attribuibile al bronzo finale ed è, ormai, riconoscibile soltanto dalle pietre crollate e dal materiale che si trova all'interno.

Il secondo, su MONTE PIZZUTO.
Per i materiali che restituisce all'interno, si può datare all'inizio dell'età del ferro e si può dire che anzi, ne era uno dei centri di produzione.
Si conserva ancora, in buona parte, sul perimetro che contorna la parte più alta e questo grazie alla speciale tecnica che prevedeva la costruzione del muro con strati successivi ben definiti da cortine regolari, cosa che avrebbe impedito e ha impedito la frana completa del muro interessato da un eventuale smantellamento.
A titolo di cronaca: Ho notato che la stessa tecnica delle cortine sovrapposte è stata usata per la costruzione delle mura dell'antica SAEPINUM, dove, però è stata usata l'opera megalitica.

Grazie per l'attenzione, Amilcare

(segue)[/quote]
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MessaggioInviato: Lun Ago 13, 2012 6:35 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Spero di aver trattato esaurientemente l'argomento delle mura megalitiche che, per il fatto di trovarsi perfino sulle Ande e di avere, per le opere più antiche, origine misteriosa, attirano frotte di studiosi.
Dovrei, adesso, parlare di MURA CICLOPICE: le nostre mura.

Il fatto è che, a sentirne parlare, i moderni archeologi storcono il naso: per loro il fondamento scientifico va rispettato e siccome i Ciclopi non hanno alcun fondamento scientifico e sono, al massimo, frutto di antiche fantasie popolari, snobbano le mura che da loro si dicono costruite.
Alcuni, addirittura, criticano aspramente gli sprovveduti primi studiosi che, sulla scorta di quanto ne avevano scritto gli antichi, avevano chiamato CILOPICHE LE NOSTRE MURA; ma nessuno affronta il problema col metodo scientifico della ricerca sul campo o analizza seriamente il contesto storico e le motivazioni per le quali sono state costruite.
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MessaggioInviato: Mer Ago 15, 2012 10:00 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ma... come, Ciclopiche e Magalitiche non sono.... la stessa cosa? Shocked
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MessaggioInviato: Mer Ago 15, 2012 11:05 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Non sono, a mio modesto parere, la stessa cosa.
Ho già detto che farei distinzione tra mura megalitiche e mura ciclopiche e ho già scritto che le costruzioni megalitiche sono sparse per tutto il mondo e posso aggiungere che abbracciano un arco di tempo che va dai dolmen ai nostri giorni passando per Stonehegen, le tombe di Malta, le Piramidi, i Nuraghi...... LE MURA DI MICENE.
Forse anche gli altri avranno raccontato nei loro miti di giganti che accatastavano macigni ma soltanto a MICENE e da Micene alle alle nostre CITTA' DI SATURNO i CICLOPI hanno costruito con enormi blocchi le possenti mura che racchiudevano le loro città.
Il mito è antico, forse tanto quanto la meraviglia di vedere gli enormi massi che si incastrano l'un l'altro e il racconto, tramandato per generazioni, è stato raccolto nella scrittura ed sarebbe diventato storia se.....

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tommaso
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MessaggioInviato: Mer Ago 15, 2012 11:46 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Amilcare, se ho ben capito il tuo pensiero, tu lasceresti intendere che la leggenda dei Ciclopi costruttori delle poderose mura ha un certo fondamento scientifico.
Ecco la domanda: tu richiami il metodo scientifico della ricerca sul campo nei precedenti post, ebbene esso non é poi in contrasto con la leggenda? Oppure metti in discussione l'uso della scienza come strumento usato sopratutto per confutare le leggende e le storie popolari?

Cari saluti, Tommaso.
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MessaggioInviato: Mer Ago 15, 2012 4:45 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Caro Tommaso, penso solo che le mura ciclopiche sono il frutto di una cultura unitaria.
Per il resto, bisognerebbe DISTINGUERE tra MITO e STORIA:
Tutta la cultura popolare è intessuta di miti e tutti traggono origine da una realtà e tanto per citarne qualche esempio, posso ricordare:

"I Farfallitti" , sulla collina Aielli, in territorio di Vico;
"Il ginocchio di San Francesco" rimasto impresso nella roccia, vicino al Camposanto di Alatri e ì solchi delle ruote" della carrozza di san Pietro, sull'antica strada che attraversava Carano (Contrada di Alatri);
lo stratagemma degli alatresi per liberarsi dall'assedio di Barbarossa.
Posso aggiungere i racconti intorno a San Sisto in Alatri, quello di San Magno ad Anagni, di Santa Salome a Veroli.
Storie che si raccontavano, insieme a tante altre, nelle lunghe sere d'inverno, intorno al camino fino a quando non ci ha zittito la televisione.
Tutte queste storie hanno avuto origine da un fatto reale:
I risucchi sporadici di un antico acquedotto;
la presenza dei corpi di San Magno ad Anagni, di Santa Salome a Veroli, di San Sisto ad Alatri, dove il racconto si arricchisce per l'assedio di Enrico IV e il duello di Malpensa;
il passaggio (STORICO) di San Francesco e quello (PROBABILE) di San Pietro.
Per ultimo, il più recente: il bombardamtento delle fortezze volanti su Mante Capraro che avrebbe potuto distruggere completamente la città di Alatri.
Cose, tranne l'ultima, che si sono raccontate per generazioni, da nonno a nipote, sulla base di quanto già raccontato e fatto proprio e secondo quanto ricordato o ritenuto utile ricordare.
Come vedi, ci sono i fatti e la interpretazione popolare.
Così come ci sono state LA GUERRA DI TROIA e le VICENDE DEI VINCITORI E DEI VINTI e ci sono stati gli AEDI, OMERO, e i TRAGICI che ce ne hanno tramandato il ricordo.
Altra cosa è la storia e la storia è nata e nasce con la scrittura:
Infatti una realtà raccontata con la scrittura rimane, quando si legge, per sempre inalterata perchè non può subire interventi dovuti a fantasie o a particolari stati d'animo.

Spero di non non averti annoiato e di essermi spiegato.
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tommaso
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MessaggioInviato: Mer Ago 15, 2012 8:47 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Caro Amilcare, no, non mi annoio affatto, ho abbastanza chiaro quello che hai scritto in risposta alle mie domande, tuttavia mi permetto di osservare nelle tue parole, una tua "romantica" difesa della cultura popolare (che in larga parte condivido) anche quando la scienza,(i fatti o la storia, nella tua piú ricorrente definizione), dimostra o ricostruisce gli avvenimenti in maniera differente o completamente diversa.
É efficace e molto bella a questo proposito l'esempio che tu fai a proposito delle mura ciclopiche frutto di una "cultura unitaria".
Se questo é, mi affascina come percorso culturale, tenendo conto però che dal mio punto di vista non si puó sempre tenere assieme Il diavolo e l'acqua Santa .


A presto, Tommaso.
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MessaggioInviato: Gio Ago 16, 2012 11:15 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Non è mettere insieme il diavolo e l'acqua santa, ma cercare di capire quanto di vero ci sia in quello che si racconta.
Ti faccio qualche esmpio: Tutti gli studiosi e gli archeologi avevano sempre pensato che quanto tramandato da Omero e dagli aedi, a proposito della guerra di Troia e dei suoi eroi fossero soltanto fantasie:
Miti che vanno dal Pomo d'oro di Paride e per quello che riguarda, la nostra storia, a quello di Enea.
Uno sprovveduto ricco mercante E.Schliemann, fidandosi di Omero e dei miti legati alla guerra di Troia, si è intestardito, ha cercato riiscontri e tra lo smacco e lo stupore dei saputi, ha trovato Troia e Troia, dal mito, è entrata nella storia.
Alla stessa maniera la scopertta delle tredici are sul lido di Pratica di Mare, ha dato corpo al mito di Enea che, giunto nel Lazio, come raccontavano gli antichi, avrebbe appunto costruito tredici altari.

Certo non si può basare una ricerca seria partendo dalle donne dei nostri Ciclopi che come si raccontava, portavano ai loro mariti che costruivano le nostre mura, i grossi macigni, tenendoli sulla testa, così come si portano le conche, mentre facevano la calza,
ma si dovrebbe partire dai Ciclopi, mitici, misteriosi, personaggi che già nell'antichità sono stati oggetto di supposizioni.

E allora: Chi erano i Ciclopi?


L'ultima modifica di Amilcare il Gio Ago 16, 2012 11:40 am, modificato 1 volta
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