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discesa del Fiume Cosa

 
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mariscer
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MessaggioInviato: Dom Feb 11, 2007 8:49 pm    Oggetto: discesa del Fiume Cosa Condividi su Facebook Rispondi citando

Oggi pomeriggio sono uscita per un'altra passeggiata insieme a Billo & family. Stavolta, dopo una puntata a Prato di Campoli, S. Nicola, Ponte dei Santi, Collepardo, siamo finiti a Carano, per intenderci vicini alla chiesetta della Madonna della Croce. Abbiamo seguito per un po' il fiume e poi desistito perchè si stava facendo buio. Una volta a casa ho controllato la mappa e mi piacerebbe effettuare tutta la discesa lungo il Fiume Cosa in territorio da Alatri, dal Porpuro a Mole Franchi. Qualcuno di voi l'ha già fatta? Sa se si trovano ostacoli, del tipo recinzioni ecc ? Lungo il percorso ci sono resti di un qualche interesse archeologico ?

Ad Amilcare prometto di rispondere a proposito dei toponimi del suo ultimo intervento, sembre che riesca a strappare il laptop ai miei familiari

Ciao

Mariscer
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Amilcare
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MessaggioInviato: Mar Feb 13, 2007 1:37 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Cara Mariscer,

ti assicuro che il percorso del fiume Cosa è interessantissimo anche sotto il profilo dlìella ricerca archeologica.

Si torovano ancora, infatti, tracce di acquedotti:

- alle sorgenti, <capo Cosa, riva destra: lungo tratto di acquedotto romano (Speriamo non sia vero che è stato ultimamente distrutto)-Riva sinistra da esplorare in funzione dell'acquedotto di Betilieno Varo;

- Caporelle, riva destra: resti di acquedotti romani, medioevali e moderni- riva sinistra da esplorare in funzione dell'acquedotto di B.V.;

- Porpuro, Fosso delle Pentime: ruderi e crolli di pilastri, basamento in opera poligonale relativi all'acq. di B.V.;

- Allegra, riva sinistra, tracce acquedotto da Silwidè.

di dighe: praticamente per tutto il percorso da Guarcino; le più imponenti e conservate a Mola Comune, Mola S.Maria e Mole Bisleti; interessanti la diga di Cellarano il cui rudere mostra tutte le fasi degli interventi che si sono succeduti e i resti della diga tra il ponte romano di Cellarano e quello di Capranica,

e di ponti:

- Guarcino, ponte medioevale;

- Pitocco, ponte romano e torre medioevale di guardia dello stesso (speriamo non sia vero, come mi è stato riferito ultimamente, che è definitivamente crollato);

- Porpuro, ponte romano inglobato in una diga e lungo tratto di strada romana sulla riva sinistra fino a

- Madonna della Croce, ponte medioevale;

- Cellarano, scarsi resti di ponte medioevale;

- Ponte d'Alloggio, scarsi resti ed affioramenti ponte romano;

- Capranica, ponte romano, intatto fino agli anni '70, che rischia il crollo;

- Mole Bisleti, affioramenti di resti di ponti romani e medioevali.

Ciao, Amilcare.
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mariscer
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MessaggioInviato: Mar Feb 13, 2007 2:35 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Amilcare

Sei una fonte inesauribile di preziose informazioni sul territorio! Ti avevo promesso un intervento sui toponimi ed ecco finalmente le mie considerazioni.

La zona a sud-est del fiume Cosa in territorio alatrino è stata sicuramente interessata dalla divisione delle terre delle colonie latine, come dimostrano le ricerche della Valchera sulla centuriazione nella zona compresa tra Fontana Sistiliana, Montelena e Cavariccio con la SS 155 a fare da cardo maggiore ( a proposito oggi alle 5 c’è l’appuntamento con lei presso il Chiostro di S. Francesco per l’illustrazione delle foto dell’aerofototeca laziale). D’altro canto la zona si prestava bene all’agricoltura vista la geomorfologia del territorio e la presenza di corsi d’acqua: il fiume Cosa ed i vari fossi naturali che si gettano in esso.

Dalo smembramento delle ville a vocazione eminentemente agricola o pagi che fornivano regolari approvvigionamenti alimentari (soprattutto cereali, uve e olive) ai municipi di Alatri e Veroli, si ricavarono dei fundi che in genere ricevevano il nome dai loro proprietari o dai coltivatori, da qui il suffisso –anus (ovvero di proprietà di …..) molto comune in quelle zone: Rosciano, Vallatriano, Basciano, Pignano, Maniano, Colletraiano ecc. .

Su questi insediamenti si sovrappose la “colonizzazione” dei Benedettini che si spinsero dalla selva di S. Erasmo sul vasto territorio donato loro da Liberio (fino ai confini con Frosinone) creando dei presidi, a intervalli regolari e tutti visibili dalla Badia di S. Sebastiano. A protezione di questi vennero erette edicole e cappellette, dedicate a Santi del culto orientale (tesi molto cara a don Giuseppe Capone che la ribadisce in ogni suo scritto e considera i toponimi dei veri “segnali” dell’evoluzione della storia sui nostri luoghi). S.Manno, S. Stefano, S. Giorgio presso Donnamattia, S.Mattia stesso ecc. sono straordinariamente Santi della tradizione orientale e si tratta di toponimi antichissimi, risalenti a prima dell’anno Mille, come dimostrato dai documenti storici

L’ultimo passaggio fu la trasformazione di questi insediamenti religiosi e agricoli in torri difensive che facevano parte di un più ampio sistema. Esse vennero innalzate a Basciano, S. Mattia , Montelena ecc. Intorno ad esse si raggruppava la popolazione rurale stabile che costruì le prime chiese rurali. La Chiesa di S. Stefano presso la contrada omonima in territorio alatrino è citata in atti notarili dell’anno 1099, mentre la Chiesa di S. Maria di Pignano è costantemente citata in molti documenti della diocesi fin dal 1200.

Inizia poi la parte più recente della storia del territorio fatto di attribuzioni dei vari fondi soprattutto ad Enti religiosi (capitolo della Cattedrale o di S. Maria, cappelle presso le chiese parrocchiali poste all’interno della città di Alatri, confraternite, Monastero dell’Annunziata e Badia di S. Sebastiano) che è rimasto più o meno immutato fino ai giorni nostri.
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MessaggioInviato: Gio Feb 15, 2007 3:03 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Cara Mariscer,

ho, finalmente, ritrovato grazie a te che mi hai "imposto" di riordinare la documentazione in mio possesso, la copia del manoscritto anonimo risalente alla prima metà dell'ottocento, presumo, che descrive per sommi capi i beni della Cattedrale e da notizie interessanti sulle presenze archeologiche allora ancora esistenti o nella memoria collettiva.

Ti trascrivo quello che riguarda "S.Mattia":

"Contrada detta il Piano nella quale si contengono vigne ed oliveti, nel quale sito vi è una tenuta di rubbia 50 con due torri una affatto diruta e l'altra mezzo diroccata dal tempo chiamata la Torre di Messer Mattia, il quale s,re era anche il padrone del castello Mattia ora detto Castellaccio dove vi è un bellissima fontana e si possiede dal R.Capitolo della Cattedrale.

Vi è ancora un'altra tenuta di rubbia 16 luogo delizioso di ogni sorta di frutti della famiglia Conti."

Ho trascritto così come la posseggo attualmente, copiata, frettolosamente a macchina.

Si vede che al tempo la biblioteca alla quale consegnai la fotocopia, tratta da un originale presso l' archivio di Collepardo, non posseva ancora una fotocopiatrice.

Mi piacerebbe, naturalmente, averne una fotocopia ma, dicono, se ne sono perse le tracce.

Potresti provarci tu?

Visto quanti spunti di ricerca suggerisce?

In ogni modo hai a disposizione la copia in mio possesso.

Ciao, Amilcare.
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mariscer
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MessaggioInviato: Gio Feb 15, 2007 3:47 pm    Oggetto: Chiesa di S. Stefano di Pignano Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Amilcare, grazie per preziosi riferimenti sulla Tenuta di Donnamattia. Proverò a cercare anche a Collepardo. Intanto ti invio il riferimento che ti dicevo. Sta su " Le Carte di S. Erasmo di Veroli" a cura di Sergio Mottironi, p. 101. Si tratta di una Charta Donationis del 17 gennaio 1099, in cui Maria, vedova di Giovanni De Milo, dona alla chiesa di S. Stefano di Pignano e per essa ad Alamanno, abate di S. Erasmo di Veroli una porzione di terra sul colle Maiurano (???) ed una parte di una canapina presso il cosa a Maniano (l'attuale Cucuruzzavolo). Infine nel libro di V. Caperna che ti dicevo, si fa un' esplicita menzione al monastero benedettino di S. Stefano, presso la fonte omonima. E' però l'unico riferimento che ho trovato e bisognerebbe approfondire nella Carte della Cattedrale di S. Erasmo, conservate nell' Archivio Segreto Vaticano.

Ciao Ciao
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MessaggioInviato: Lun Feb 19, 2007 7:59 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Cara Mariscer, ho davanti agli occhi uno studio di Germana Caputo sulla carta (la mappa presente nella sacrestia della cattedrale) che "elenca e descrive i possedimenti fondiari del Capitolo cattedratico, sparsi..."

In esso, oltre tutti possedimenti presenti nell'indice della mappa, sono elencate tutte le chiese citate in un documento del XIV secolo, nelle Rationes decimarum del 1328 e 1335 e presenti nella mappa suddetta, nel Catasto gregoriano e nell'IGM.

Non trovo niente che riguardi S.Mattia e, per quanto riguarda Pignano, è ricordata la chiesa di S.Maria di Pinnano o Pignano (rationes, doc 1120, 1425, 1562); mappa (part.91) e nel Catasto Gregoriano.

Ti ringrazio per le informazioni che mi dai e spero di approfittarne il più presto possibile.

Ciao, Amilcare
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MessaggioInviato: Ven Feb 23, 2007 5:29 pm    Oggetto: Pianta Archivio Cattedrale Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Amilcare, l'articolo della Caputo di cui parli e che è apparso su Latium presenta una tabella di riferimento elaborata dall'autrice sulle fonti che lei ha consultato che non sono necessariamente esaustive sull'argomento. Prova a guardare direttamente tu sulle Rationes Decimarum, sotto la voce Chiesa di S. Mattia o eventualmente di S. Giorgio.

In quanto al documento conservato all'Archivio Storico di Collepardo, potresti darmi qualche riferimento più dettagliato, perchè ho intenzione di andare lì a dare un'occhiata. Anzi vuoi venire anche tu ?

Mariscer
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MessaggioInviato: Sab Feb 24, 2007 11:01 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Cara Mariscer,

è naturale che il lavoro di Germana non sia esauistivo. Era solo una parentesi per informarti del lavoro che avreva fatto sulla mappa dei beni della Cattedrale.

Per quanto riguarda Collepardo, quando vuoi, possiamo andare, sperando di trovare le persone disponibili che trovai a suo tempo.

Sarà anche l'occasione di passare a San Lorenzo, dove ho trovato tracce di una villa romana sulla quale si è impiantato un convento di suore.

I ruderi della chiesa erano ancora visibili nei primi anni '50, periodo in cui furono asportati tutti gli elementi architettonici.

La documentazione relativa dovrebbe trovarsi a Trisulti che è la proprietaria del terreno.

A presto, Amilcare.
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MessaggioInviato: Dom Feb 25, 2007 8:20 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Scusa Amilcare,

forse non ho ben capito, ma il documento sui beni della Cattedrale di Alatri

si trova nell'Archivio Comunale di Collepardo oppure presso i frati ti Trisulti ? Fammi sapere

Ciao
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MessaggioInviato: Lun Feb 26, 2007 4:15 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

cara Mariscer,

mi riferivo a Trisulti per una eventuale documentazione riguardante la chiesa ed il convento di monache di San Lorenzo che si trovava a Collepardo.

Per quanto riguarda il documento sui beni della cattedrale di Alatri,è passato tanto tempo, almeno 20 anni, e non ricordo dove e come l'ho trovato.

Comunque la copia in mio possesso, penso sia esatta perchè su quella ho fatto ricerche che hanno avuto buon esito.

Potresti, intanto, controllare tu l'eventuale citazione della chiesa e del convento di San Lorenzo in Collepardo nei documenti in tuo possesso?

Io ho ancora tutto in disordine e sarebbe una avventura cercare.

Ciao, Amilcare.

p.s.

Per quanto riguarda i briganti ho conoscenze nella zona di Veroli dove ho trovato due famiglie discendenti da Chiavone e tramite Francesco si possono contattare persone del posto.
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MessaggioInviato: Ven Apr 20, 2007 4:06 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Amilcare!

Ho qualche novità! Purtroppo non tutte buone. Iniziamo da quelle cattive! Non potrò venire ad Anagni il giorno 4 maggio alla conferenza della Fentress perchè sarò impegnata in una riunione a scuola e non penso che riuscirò a convincere il Preside a lasciarmi andare. Peccato perchè mi sarebbe davvero piaciuto incontrarla!

La seconda notizia è che mio fratello, per conto del Gruppo Archeologico di Ferentino, sta preparando una mostra fotografica sul sistema di torri difensive sul territorio intorno a questa città. Per questo motivo ci siamo consultati a proposito di Monte Castello e della Torre del Monticchio di Tecchiena. Così ho iniziato a raccogliere qualche informazione su un sistema simile ad Alatri che doveva far capo alla rocca di Fumone. Ma non sono riuscita a ricostruirlo. Hai qualche notizie in merito?

Saluti
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MessaggioInviato: Dom Apr 22, 2007 7:00 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Maria,

scusa se ti rispondo con ritardo ma dovevo fare mente locale.

Per quanto mi risulta, tutte le strade che interessavano il bacino del Sacco, sia quelle longitudinali che quelle trasversali, erano sorvegliate da torri che stavano anche a guardia di tutti i ponti che scavalcavano il Sacco e il Cosa.

Ci sono, quindi, ruderi di torri sulla Casilina, sulla Latina, sulla Pedemontana, sulla Marsicana e sulla Tiburtina e ce ne sono su tutte quelle che valicavano i Lepini.

A titolo di cronaca ti dirò che una volta, con Adriana parlammo con un vecchietto a proposito di certe mura ciclopiche che si sarebbero trovate al di sotto della Peticosa, quindi, vicino a Valle Santo Stefano, che ci disse che la torre Spartivento che si trova al limite della cava, sul crinale tra la valle del Cosa e dell'Amaseno, era il centro di un sistema di torri di avvistamento e ci fece vedere come da quella torre erano visibili tutte le torri della valle del Sacco.

Per quanto riguarda il territorio di Alatri, posso dire che già dall'epoca preromana era presente un sistema di controllo di avvistamento del quale restano tracce:

a MonteCastello e da Campostino in territorio di Collepardo alla Fossa della Volpe, in territorio di Alatri, per i traffici verso la Marsica.

Per i traffici da ovest:

Monte Drago, al confine tra Fumone, Ferentino e Alatri e Monte Castello, in territorio di Alatri,

la torre di Monte Radicino, il Castello di Tecchiena, la torre di Saragone e le torri sulla strade che univano la Latina, da Ferentino a Tecchiena alla valle di Monte S.Marino, il tutto sotto il controllo di Alatri tramite la Torre di Montelungo.

Come vedi mancano torri nella parte a sud-est del territorio e forse un giorno le troveremo a Pignano o, molto probabilmente, all'inizio della Valle di S. Stefano.

Scusa l'italiano balordo, ma non sono riuscito a trovare una maniera più sbrigativa per trattare l'argomento.

Per la conferenza ad Anagni fammi sapere, per favore, l'orario ed il posto, mi auguro, comunque di incontrarci.

Ciao, Amilcare.





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MessaggioInviato: Dom Apr 22, 2007 8:33 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Cara Maria, ho dimenticato la torre più importante per quanto riguarda la tua zona:

la torre di Santa Vedetta, a servizio della Badia, sull'antica strada per Veroli.

Ariciao, Amilcare.
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Gigino
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MessaggioInviato: Mar Mag 01, 2012 3:17 pm    Oggetto: Acquedotti di epoca romana da Capo Cosa e Caporelle Condividi su Facebook Rispondi citando

Tratti dal mio documentario in pellicola su Guarcino del 1977, in particolare da quello sulle Origini , con aggiunte in funzione della parte di commento che all'epoca scartai per motivi di tempi e montaggio: http://www.youtube.com/watch?v=xtik47OJwnA
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Francesco
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MessaggioInviato: Mer Mag 02, 2012 8:39 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Molto molto belli ed interessanti! sia quello indicato direttamente che gli altri nella relativa pagina di youtube.... Shocked Shocked Shocked
Complimenti Gigino e grazie per averli condivisi.... Very Happy

Saluti,
Francesco
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