Forum dei "Monti Ernici"

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30.03.1963: disastro aereo Monte Serra Alta - Sora
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Francesco
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MessaggioInviato: Gio Nov 22, 2007 9:58 pm    Oggetto: 30.03.1963: disastro aereo Monte Serra Alta - Sora Condividi su Facebook Rispondi citando

[INTERVENTO DELL'AMMINISTRAZIONE:

Questo interessantissimo argomento è iniziato con la seguente richiesta:

ciao a tutti e complimenti x il forum!

ho saputo che sugli Ernici c'è il relitto di un aereo (un douglas dc3) precipitato nel 1963. potete indicarmi come raggiungerlo (e possibilmente le coordinate x il gps)?

grazie di nuovo!

j.r.

formulata da jollyroger88 il 22 novembre 2007.



In considerazione del fatto che i Monti Ernici sono stati teatro di due incidenti aerei avvenuti rispettivamente in data 30 marzo 1963 presso la vetta di Monte Serra Alta (Sora) ed in data 25 maggio 1932 presso Fossa Susanna nell'areale di Prato di Campoli (Veroli) si è deciso di divedere il thread originario in due distinti argomenti ciascuno dei quali, ovviamente, riferibile al titolo stesso...

A QUESTO LINK direttamente l'incidente aereo di Fossa Susanna]





Ciao jollyroger88,



ben trovato su questo sito Very Happy . Come dicevo soltanto ieri ai Migrators fa veramente piacere che questa piccola comunità virtuale si ingrandisca sempre di più...



Dunque, per tornare al tuo interessantissimo quesito che mi auguro riscuota il giusto seguito di interventi da parte degli altri amici del Forum (in particolare i Verolani), premettendoti che non conosco nulla di aeronautica, devo chiederti di essere più preciso.

I siti con resti di aeroplani sui Monti Ernici sono due:

Fosso Susanna nei pressi di Prato di Campoli e Monte Serra Alta, versante sorano dei Monti Ernici.



Aspetto la tua precisazione, allora. E non solo...



Saluti.

Francesco


L'ultima modifica di Francesco il Sab Ott 09, 2010 12:09 pm, modificato 5 volte
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jollyroger88
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MessaggioInviato: Lun Nov 26, 2007 12:28 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Molto interessante anche la storia dell'aereo di Fossa Susanna, dunque!

Il Monte Serra Alta quindi è la vetta + a sud della dorsale degli Ernici, quindi?

scendendo da nord vesro sud si trovano il Pizzo Deta, il Serra Comune ed il Serra Alta, se ho capito bene?
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Francesco
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MessaggioInviato: Mar Nov 27, 2007 9:56 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ecco la scansione della cartina dei Monti Ernici edita dal C.A.I. sez. di Frosinone con la zona di nostro interesse:

Il sentiero per Monte Serra Alta, il nr. 22, è accreditato in circa 4 ore per la Vetta del Monte Serra Alta dal Convento dei Frati Passionisti di Sora.



P.S. Oggi ho contattato Vittorio Ferrari. Mi ha dato materiale dell'epoca (foto e articoli di stampa) e mi ha racconatato la sua interessantissima storia sul ritrovamento del relitto aereo di Monte Serra Alta.

Purtroppo ora non ho tempo per pubblicare questo materiale, spero di farlo domani...



Saluti.

Francesco



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Francesco
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MessaggioInviato: Ven Nov 30, 2007 12:44 pm    Oggetto: Sciagura aerea 30.03.1963 Monte Serra Alta Condividi su Facebook Rispondi citando

Bello ed appassionato il racconto di Vittorio Ferrari, ricordi lucidi e reali nonostante gli ormai trascorsi 44 anni!!!:



Primo pomeriggio di domenica 31 marzo 1963.

Vittorio Ferrari è a Sora pronto a partire per Frosinone dove Giulio Andreotti avrebbe inaugurato una struttura pubblica.

Un suo amico gli parla di strane luci avvistate nella tarda serata, 20.30/21.00, del giorno precedente, bagliori sinistri oltre la cima di Monte Serra Alta, lato Abruzzo/Balsorano ,visibili nonostante il brutto tempo...

Intanto le voci della scomparsa del DC-3 dell’Itavia partito da Pescara e mai arrivato a Ciampino si moltiplicano…

Vittorio ha un sussulto. Troppo strane quelle luci da poter essere scambiate per fulmini e quell’aereo scomparso, poi…Solo una coincidenza?!...

Vittorio non ha dubbi. Corre alla caserma dei Carabinieri e dopo non poca insistenza riesce a parlare con il capitano Zappi. Gli parla della sua intuizione e riesce a convincerlo ad inviare in esplorazione una decina di Carabinieri.

Verso le ore 19.30/20.00 un gruppo di militari ed alcuni frati partono dal convento dei Frati Passionisti di Sora per effettuare un sopralluogo “alla Serra”.

Niente, dell’aereo nessuna traccia.

Troppo forte la convinzione di Vittorio, troppa la sua conoscenza del posto.

Prepara un pezzo di pane, vino e formaggio e l’indomani, di buon ora, in compagnia di un amico decide di partire alla ricerca dell’aereo.

Durante la faticosa salita i due amici incontrano un gruppetto di ragazzi i quali, in cambio di un po’ di cibo per rifocillarsi, decidono di partecipare alla ricerca dell’aereo.

Ormai inizia a far tardi. Le giornate sono ancora corte, il tempo è pessimo e l’amico di Vittorio sceglie di tornare indietro.

La ricerca continua, lunga e faticosa tra la neve alta ma dell’aereo nulla…

Ore 16.30 di lunedì 02 aprile 1963.

Vittorio ed i suoi amici ormai vinti dalla fatica e sconfortati per la vana ricerca decidono di tornare a Sora. Non per la strada già fatta ma per la cresta così da accorciare il tragitto ed evitare di affondare nella troppa neve.

Circa un terzo del percorso. Vittorio si ferma per riprendere fiato, si gira rivolgendosi per l’ennesima volta a Monte Serra Alta ed… ecco che la sua attenzione viene prepotentemente catturata dalla “V” rossa dell’ala del DC-3 ora così evidente nel candido biancore della neve…

Superato quell’attimo di sbigottimento gli amici si precipitano verso il relitto.

Un primo tentativo fallisce. Troppo uguali dossi e vallette. Tornano indietro.

Riprendono i punti di riferimento e questa volta ecco il relitto dell’aereo.

All’approssimarsi del velivolo gli amici di Vittorio si fermano. Il timore riverenziale per quell’evento così eccezionale quanto drammatico impedisce loro di proseguire.

Solo Vittorio, il più grande di tutti nonostante i suoi appena 23 anni raggiunge il relitto.

Il suo racconto, finora lucido ed appassionato sì fa più greve, partecipato…

Lamiere contorte e bruciate, corpi straziati… quanto dolore….

Poco distante dal relitto i corpi del pilota e del copilota che nell’estremo tentativo di segnalare la posizione dell’aereo avevano appeso ad un faggio una sciarpa ed un cappotto…

E’ triste raccontare quei momenti drammatici…



Presi scarpa e cappotto Vittorio ed i suoi amici iniziano il mesto ritorno.

Circa a metà strada incontrano una pattuglia dell’aeronautica alla quale comunicano di aver trovato l’aereo indicandone la posizione. Il comandante della pattuglia pretende che gli vengano consegnati sciarpa e cappotto.

Vittorio si rifiutò di consegnare quanto richiesto. Ricorda, Vittorio, che a seguito di tale diniego nacque una breve discussione..e ricorda anche, e bene(!), come fossero ben equipaggiati e come disponessero di cibo e bevande…ma che non ne offrirono assolutamente a loro che dal mattino presto infreddoliti ed affamati ancora giravano in montagna…

Raggiunto il convento dei frati Passionisti Vittorio viene accompagnato da uno di loro, un suo amico, al campo sportivo di Sora dove era stato allestito il campo base delle operazioni di ricerca.

Qui un vigile urbano, un collega di suo padre deceduto soltanto qualche mese prima, lo invita a recarsi alla stazione Carabinieri di Sora.

Saputo del ritrovamento del relitto aereo il capitano Zappi organizza immediatamente i soccorsi allo scopo chiedendo consigli a Vittorio.

Questi, spiegata la posizione dell’aereo, l’asperità del terreno e le avverse condizioni climatiche, intuì che soltanto con i muli si sarebbe potuto raggiungere la zona e trasportare in città le salme, per cui Zappi lo incaricò di reperire bestie in numero sufficiente.

L’indomani mattina, alle ore 4, dal convento dei frati Passionisti parte la mesta spedizione di recupero con al seguito 20 muli

Arrivarono sul luogo del disastro alle 8 recuperando i cadaveri delle sfortunate vittime caricandole sui muli con barelle costruite sul posto con i rami dei faggio…



Questo il racconto appassionato ed a tratti commosso di Vittorio.

Interessante la sua ricostruzione dell’incidente secondo la quale l’aereo urtò con l’estremità dell’ala sinistra un enorme faggio che, come un perno, provocò lo schianto al suolo del velivolo.

E quella punta di ala, sostiene Vittorio, è ancora lì, conficcata in quel faggio.

A primavera ti ci porterò, mi dice…





Per la sua impresa Vittorio venne pubblicamente ringraziato dal Sindaco di Sora e dal Prefetto di Frosinone consolidando quella stima ed ammirazione che già, a soli 23 anni, si era guadagnato tra i suoi concittadini…



Un’ultima curiosità.

All’esito delle indagini, l’Itavia inviò un telegramma a Vittorio nel quale, comunicandogli appunto la fine dell’inchiesta interna, lo informava che il relitto aereo rimaneva nella sua completa disponibilità…



Un sentito grazie a Vittorio Ferrari, testimone protagonista di una delle più drammatiche pagine di storia vissute sui Monti Ernici…



In allegato alcuni articoli di stampa e due fotografie, materiale fornitomi direttamente dal gentilissimo Vittorio Ferrari.



Saluti.

Francesco



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jollyroger88
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MessaggioInviato: Ven Nov 30, 2007 4:50 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Francesco,

oltre al doveroso e sentito ringraziamento a te e all'amico Vittorio, ti invito a creare una pagina sul vs.sito dedicata all'episodio.



riguardo all'incidente secondo me la causa + probabile è un'avaria ai sistemi di navigazione del dc3. la rotta doveva passare ben 60km a nord di Sora (a nord della piana di Avezzano). c'è chi sostiene che il pilota, persa completamente la rotta, abbia addirittura scambiato le luci riflesse nel fiume Liri per la pista di Ciampino



J.R.
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Francesco
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MessaggioInviato: Dom Dic 02, 2007 9:40 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Figurati jollyroger88,



è stata un'occasione per rispolverare questa affascinante storia che ha avuto come protagonisti i Monti Ernici.



Sicuramente all'origine dell'incidente deve esserci stata un'avaria ai sistemi di navigazione dell'aereo.

Il gran brutto tempo, poi, deve aver fato il resto...



Sarebbe interessante conoscere l'esito delle indagine e delle inchieste interne.

In questo caso, però, non saprei proprio a chi rivolgermi... Crying or Very sad



Saluti.

Francesco
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Alessandro63
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MessaggioInviato: Dom Feb 17, 2008 1:36 am    Oggetto: Vi dico quello che so Condividi su Facebook Rispondi citando

Salve a tutti,



ho appena scoperto questo interessante forum, mentre navigavo proprio alla ricerca di notizie sul disastro aereo del 1963.



Mi occupo di trasporti e, in particolare, di traffico e sicurezza stradale, ma ho sempre avuto un certo interesse per alcune vicende "misteriose" che, purtroppo, hanno interessato i nostri trasporti aerei.



La vicenda del volo I-TAVI che, dall'aeroporto Liberi di Pescara, partì diretto a Roma Ciampino senza mai arrivarvi, è ben nota negli ambienti aereonautici e tra gli studiosi. Fu uno dei non pochi disastri avvenuti per il disorientamento del pilota, ma non certo il più inspiegabile. In quegli anni, infatti, erano avvenuti diversi incidenti inspiegabili con una dinamica simile tra cui, in particolare, ricordo il disastro del 22 dicembre 1956, quando un DC-3 della LAI (Linee Aeree Italiane), proveniente da Roma Ciampino e diretto a Milano Linate cadde sul Monte Giner, in provincia di Trento. Non è mai stato chiarito cosa ci facesse da quelle parti, né come mai il pilota non si accorse di quanto fosse andato fuori rotta.



Il disastro di Sora non fu, tra l'altro, l'unico incidente della compagnia Itavia che, oltre a diventare tristemente celebre per l'oscura vicenda di Ustica del 1980, aveva già perduto nel 1960 un quadrimotore Heron in volo da Genova a Roma Urbe, precipitato sul Monte Capanne (Isola d'Elba) durante un temporale (su queste vicende vi rimando al bel libro di Nicola Pedde, dedicato all'Itavia).



Ed era in corso un fortissimo temporale anche la sera del 30 marzo 1963 quando il DC-3 dell'Itavia (in realtà un C-47 del 1945, "convertito" come trasporto passeggeri alcuni anni prima), decollato un'ora prima dal Liberi di Pescara, si trovò in volo tra Sora e Balsorano. Come era arrivato laggiù? All'atto del decollo, il pilota era stato avvisato delle cattive condizioni atmosferiche nel Lazio e su Roma in particolare, condizioni confermate anche da un collega della stessa compagnia in volo da Pescara verso la Puglia (a quel tempo Itavia esercitava molte linee interne secondarie). Poco dopo il decollo, decise pertanto di virare su Roccaraso, così da trovare un tempo più favorevole. Ma un concorso di circostanze negative (strumenti malfunzionanti o non funzionanti affatto, mancata richiesta di assistenza, errore di valutazione) portò il pilota a credere di essere in prossimità di Roma, affermando via radio di aver già visto le luci della pista quando, in realtà, sembra abbia visto quelle di una strada. Resosi conto di essere fuori rotta, e confuso dalla scarsissima visibilità, decise allora di "forare su Ostia", ovvero di allontanarsi verso il mare in modo da ritrovare così un chiaro punto di riferimento e poter così atterrare verso Ciampino. Ed è proprio dopo aver effettuato una serie di strette virate che, pensando erroneamente di essere ad un'altezza di sicurezza, impatta contro il Monte Serra Alta.



La perizia disposta dall'Aereonautica Militare fu assai impietosa nelle sue valutazioni. Oltre infatti a considerare negativamente lo stato della strumentazione di bordo, ritenne la condotta del pilota estremamente superficiale nella gestione del volo, accusandolo di non aver voluto seguire alcune procedure previste in casi simili (la già citata mancata richiesta di assistenza) ma adducendo, soprattutto, una sopravvalutazione delle proprie capacità aviatorie, indotta dall'essere anche il capo istruttore della compagnia e, nondimeno, anche dalla presenza a bordo del vicepresidente dell'Itavia. Una condizione che, stando a quanto affermato dalla perizia, avrebbe indotto il pilota a non rinunciare al volo, benché informato delle pessime condizioni meteo. La perizia - il cui testo era fino a pochi mesi fa visibille anche in rete - si spingeva anche oltre ipotizzando (ma bisogna poi sapere come stavano le cose, in realtà) un probabile stato di "confusione mentale" del pilota, che gli avrebbe impedito di gestire con la necessaria freddezza e calma la situazione.



Se la perizia, e le immagini dell'aereo caduto (che trovate ancora oggi, in vari forum di appassionati di aviazione) sono impressionanti, lo è a mio giudizio ancora di più la trascrizione delle comunicazioni radio intercorse, nei minuti precedenti il disastro, fra la torre di controllo di Ciampino ed il comandante del DC-3. Purtroppo nemmeno queste trascrizioni sono più visibili in rete ed io, come un idiota, non ho pensato a salvarle ed archiviarle. Tutto quello che posso fare è raccontare a braccio quello che ricordo, ovvero il continuo chiedere da Ciampino all'aereo la sua posizione, ed il comandante che risponde di vedere Roma in lontananza, poi le luci della pista, per poi comunicare di aver perso il contatto visivo. Pur nell'asetticità ed ufficialità delle comunicazioni radio, emerge una progressiva e costante drammaticità, specialmente quando il comandante afferma, ad un certo punto, una frase del tipo "qui non funziona più niente..." che risuona come un'imprecazione disperata. Terribile, infine, leggere la trascrizione dell'ultima frase del comandante (ormai diretto verso Ostia), seguita dal susseguirsi delle diverse, vane chiamate da Ciampino verso l'aereo. Proprio nell'ora in cui avveniva l'impatto.



Il risultato della perizia mise in luce le carenze che a quei tempi Itavia (e forse non solo l'Itavia) avevano nel trasporto aereo, raccomandando una migliore gestione delle apparecchiature, e caldeggiando la sostituzione dei DC-3 con aerei più moderni. Cosa che, peraltro, Itavia aveva già iniziato a fare: pochi mesi prima, infatti, nel 1962, era giunto il primo degli Handley Page Herald biturboelica che, gradualmente, avrebbero preso il posto dei DC-3. All'epoca del disastro i piloti si stavano già ambientando con il nuovo velivolo. Velivolo che ricorderò sempre per essere stato il primo aereo mai preso in vita mia: il mio battesimo dell'aria lo ebbi, infatti, nell'estate del 1971, con un volo Roma Ciampino - Pescara. Proprio la stessa rotta del disastro, percorsa però in senso inverso.



Mi complimento con tutti voi per il materiale storico che avete pubblicato. Interessantissima, soprattutto in relazione all'epoca in cui la vicenda si svolge, la descrizione del ritrovamento dell'aereo ed i retroscena con i malintesi tra i soccorritori. Struggente infine, nell'articolo del giornale, la nitidezza dei dettagli con cui si narra il rinvenimento dei resti e degli effetti personali delle vittime.



Spero di non essere stato troppo prolisso nel riepilogo di quanto mi è dato conoscere. Ho sempre desiderato recarmi sul Monte Serra Alta, a visitare il relitto del DC-3. Senza ovviamente la morbosità che, purtroppo, in questi casi, salta fuori inevitabile ma soltanto per il desiderio di rivedere quello che per me è una testimonianza unica ed insostituibile della storia dei trasporti. Ed anche, lo ammetto, per conoscere meglio una zona d'Italia che, pur essendo di Roma, non mi è molto nota. Aver letto, finalmente, chiare indicazioni su come fare e come arrivare mi fa pensare che la cosa è possibile, e non solo eventuale.



Sono contento di aver incontrato questo sito, e le persone che lo animano.



Un saluto a tutti.



Alessandro
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Francesco
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MessaggioInviato: Dom Feb 17, 2008 8:03 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Alessandro63,



ben trovato su questo sito....



Grazie per aver partecipato con la tua preziosa "testimonianza" alla ricostruzione di una delle "oscure vicende" che hanno avuto protagonisti i Monti Ernici.



Purtropppo non ho mai trovato altre notizie su internet ed è un vero peccato che i siti da te citati non siano più raggiungibili...



Per quanto riguarda Monte Serra Alta, sappi che Vittorio mi ha promesso di portarmi nel luogo del disastro quando le condizioni meteo saranno decisamente più favorevoli. Sarà mia cura darne avviso sul Forum...



Saluti,

Francesco
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Alessandro63
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MessaggioInviato: Dom Feb 17, 2008 9:08 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Grazie a te, Francesco,



mi piacerebbe poter partecipare alla vostra escursione, quando la farete, anche per poter conoscere meglio la zona.



Spero quindi di incontrarvi presto.



Se riesco a recuperare qualche altra notizia sul disastro aereo del 1963, e magari inserire del materiale, lo farò certamente.



Saluti a tutti.



Alessandro
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jollyroger88
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MessaggioInviato: Lun Apr 21, 2008 9:49 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Alessandro63 ha scritto:
Grazie a te, Francesco,



mi piacerebbe poter partecipare alla vostra escursione, quando la farete, anche per poter conoscere meglio la zona.



Spero quindi di incontrarvi presto.



Se riesco a recuperare qualche altra notizia sul disastro aereo del 1963, e magari inserire del materiale, lo farò certamente.



Saluti a tutti.



Alessandro




Ciao Alessandro,

grazie per il tuo contributo. purtroppo l'incidente del DC3 Itavia non fu un caso proprio sporadico. errori di valutazione in fase di approach (spesso in condizioni di maltempo) da parte di piloti Alitalia portarono ad incidenti come quello di Bomabay nel 1962, e quelli di Palermo nel '72 (il più grave disastro aereo in Italia, fino a quello di Linate del 2001) e nel '78.

ancora nel 1979 un DC9 dell'ATI in avvicinamento a Cagliari (ancora di notte e con maltempo) precipitò sul monte Conca d'Oru/Santa Barbara; il relitto di questo aereo è ancora su quei monti (prorpio come il DC3 I-TAVI) e addidirttura si può vedere col programma Google Earth
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Francesco
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MessaggioInviato: Mer Apr 23, 2008 5:27 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Salve a tutti.



Come promesso ecco la locandina del programma dell'escursione del 25 aprile prossimo organizzata dall'associazione Amici della Montagna di Sora.



Splendida (ed unica) occasione per recarsi nel luogo del disastro aereo e....perchè no, inaugurare una ricca stagione di escursioni !!!



Saluti,

Francesco



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MessaggioInviato: Sab Apr 26, 2008 11:12 am    Oggetto: 25 Aprile 2008 - Griornata di commemorazione Condividi su Facebook Rispondi citando

25 marzo 2008.

L'associazione Amici della Montagna di Sora organizza in questa data l'ormai 17^ "Giornata della memoria", un'escursione a Monte Serra Alta in ricordo del disastro aereo del 30 marzo 1963.

Una delle pochissime occasioni per recarsi direttamente sul luogo dove giace ancora la carcassa dell'aereo. Poca cosa, infatti, arrivare sulla Cima di Serra Alta, tutt'altra ritrovare il relitto...

L'appuntamento è alle ore 08.00 al rifugio Cisterna e la messa prevista in vetta alle ore 10.00 ca.

Sono le 7.45 e sono ancora a Sora. Imbocco la strada per il rifugio Cisterna ma non credo di arrivare in orario.

Non sono stati certo quella manciata di minuti "persi" ad ammirare il risveglio della campagna dopo una giornata di pioggia a farmi ritardare...

Speriamo che mi attendano, del resto uno degli organizzatori mi aveva assicurato che difficilmente sarebbero partiti prima delle ore 08.30.

La ripida salita asfaltata lascia presto il posto a tratti di strada sterrata o

pavimentata con cemento e pietre.

Non è particolarmente brutta la strada e la mia "pandina" sale agevolmente...

8.15 arrivo al rifugio Cisterna. Parcheggio e mi dirigo verso alcune persone all'ingresso.

Buongiorno, ho chiamato ieri per l'escursione, non vorrei essere in ritardo.

Bhè, mi rispondono, alcuni gruppi isolati sono già partiti da tempo ma noi fin quando non arriva il "prete" non partiamo.

Meno male...

Mentre aspetto mi godo quel fantastico paesaggio della faggeta lentamente colorata dall'incalzare della primavera. Belli e maestosi i faggi.

Particolari le radici scoperte di uno di loro, uno dei più grandi, immediatamente a monte del piazzale a lato del rifugio.

Scruto qua e la nel cercare qualche fioritura, mi reco all'enorme cisterna, al vicino abbeveratoio...

Ritorno al rifugio e con amara sorpresa mi dicono che il "prete" è appena partito a bordo di un fuoristrada.

Mi dicono, inoltre, che il programma prevedeva lo spostamento in fuoristrada dal rifugio Cisterna all'inizio del sentiero per Serra Alta (!!!).

Salgo in macchina e riparto.

Supero un paio di punti "critici" ma niente, un tratto in salita fangoso e stracolmo di foglie pone fine alle ambizioni della "pandina".

Dietro di me sale un piccolo fuoristrada. Aspetta che indietreggi e che mi accosti ma dopo avermi superato mi fa cenno di salire.

Non me lo lascio ripetere ed in men che non si dica sono già a bordo.

Se fossi riuscito a superare questo punto, mi dice, non saresti andato tanto più lontano.

Ed in effetti la strada da qui in avanti alterna tratti che mettono veramente a dura prova le..... articolazioni!!!

Si chiama Aldo, Aldino per gli amici, il mio soccorritore. Al termine della giornata mi accorgerò che nessuno dei tanti che abbiamo incontrato non lo conosce!!!

Mi vede con la macchina fotografica e saputo del mio interesse per gli animali mi dice di aver avvistato "capre selvatiche", lupi, lepri .... dicono di aver visto anche l'orso, mi dice.

Vedi lì davanti? Un mese fa c'erano una decina di cinghiali. Era chiusa la caccia, se no...

Ma di queste cose è meglio che non si sappia. Vogliono fare il Parco e ..."li poss'n accid tutti a chissi d'gli parc"!!!

E' un grande conoscitore del posto. Cacciatore, cercatore di funghi, di tartufi... mi dice il nome dialettale di ogni locatità che attraversiamo...

D'improvviso usciamo dal bosco su un punto eccezionalmente panoramico su Sora e su tutto il fondovalle.

Attraversiamo un abbeveratoio sulla destra e subito dopo una grande cisterna sulla sinistra (5,5 km. dal rifugio Cisterna).

Al tornante successivo (2/300 m.) Aldino mi dice che da lì inizia il sentiero che in circa un'ora conduce a Serra Alta.

Guarda, li vedi i segnavia rossi?...

E a piedi? gli chiedo, quanto si impiega per arrivare qui a piedi? Un'ora e tre quarti circa! mi risponde prontamente Aldino.

Proseguiamo per una ripida salita. Una manciata di minuti e siamo sullo spartiacque Lazio /Abruzzo (30 min. circa dal rif. Cisterna), luogo della partenza.

Scendiamo dal fuoristrada ed iniziamo ad incamminarci nel fitto della faggeta.

Crochi e violette incarnano quell'inarrestabile avamposto della primavera che anche qui, nonostante un vento freddo e insitente, non tarderà ad arrivare.

Bello il panorama usciti dal bosco... Il sorano, la Val di Comino, il cassinate....

Arriviamo in cresta. Spettacolare il colpo d'occhio su Serra comune, in primo piano, e sulla dorsale Pizzo Deta - Monte Fragara... in secondo.

Arriviamo in prossimità della croce. La messa è iniziata e Aldino chiede ad un ragazzino di accompagnarmi ai resti dell'aereo.

Superiamo una lingua di neve e percorse appenna poche decine di metri ecco il relitto.

La neve, le foglie morte e gli alberi spogli esaltano quella drammaticità vissuta in questo luogo ormai 45 anni fà e che vide morire ben otto persone.

Impressionante vedere la sagoma dell'aereo in mezzo ai faggi.

Nonostante tutto il relitto è ancora "in un buono stato di conservazione" se per assurdo così si possa definirlo...

Qualche foto e risalgo sulla verticale del relitto per un 20/30 metri fino alla croce.

La messa è ormai al termine.

Ci sono anche alcuni parenti delle vittime visibilmente commossi per quella partecipazione così sentita e numerosa.

Molti sono i presenti, anziani e bambini, a testimonianza dell'affetto per quel luogo ormai ridenominato "Montagna dell'Apparecchio".



E' ora di tornare indietro. Arrivo sulla vera vetta di Serra Alta (un centinaio di metri) per ammirare un panorama a 360 gradi davevro unico... e mi incammino per lo stesso sentiero dell'andata.



Al rifugio, nell'attesa del pranzo, uno degli organizzatori mi regala un volantino (foto in basso) contenente ritagli di giornale tratti da "Il Tempo" del 03 aprile 1963...



Bella ed interessante la giornata, arricchita dalla testimonianza storica di uno dei più tragici eventi che hanno riguardato i nostri Monti...



Che dire, infine, dello splendido arcobaleno al termine di questa giornata così intensa e particolare... quasi a ricordarci quell'effimera presenza dell'uomo...



A questo link la foto della messa.





Indicazioni Utili:



Per tutto l'itinerario non c'è la possibilità di rifornirsi di acqua potabile



Dalla strada che da Sora conduce alla Certosa di Trisulti, si svolta a destra per Via Mezzana;

La si percorre fino ad un piazzale e si prende a destra per una discesa.

Si rimane sempre sulla strada principale e, percorsa una ripisa salita, l'asfalto lascia il posto a cemento e sassi. La strada poi rimane brecciata e pavimentata ancora a cemento nei punti più brutti.

All'atto della stesura della presente relazione (25 aprile 2008) la strada fino al Rifugio Cisterna (13 km ca. da Sora) è risultata comunque agevolmente percorribile anche con autovetture non 4x4.





Coordinate G.P.S. (dati rilevati sul posto):



GPS Croce:



Lat. N 41,7605°

Long. E 13,5630°

Prec. 7m.

Altitudine 1747

Prec. alt. 12 m.







GPS relitto:



Lat. N 41,7607°

Long. E 13,5635°

Prec. 18m.

Altitudine 1724

Prec. alt. 29 m.







GPS rifugio Cisterna:



Lat. N 41,7590°

Long. E 13,5309°

Prec. 24m.

Altitudine 1179

Prec. alt. 35 m.



Saluti,

Francesco



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L'ultima modifica di Francesco il Dom Apr 27, 2008 9:17 pm, modificato 6 volte
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Francesco
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MessaggioInviato: Sab Apr 26, 2008 11:16 am    Oggetto: Volantino Condividi su Facebook Rispondi citando

Il volantino distribuito dall'Associazione "Amici delal Montagna" di Sora.


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jollyroger88
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MessaggioInviato: Lun Apr 28, 2008 2:58 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

ottimo reportage Francesco! una curiosità: il tempo ha cancellato la vernice bianco-rossa dell'Itavia e sono ricomparse le matricole originarie del velivolo (G-AMSJ) : quindi esso aveva prestato servizio in Inghilterra, prima di passare all'Itavia
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Francesco
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MessaggioInviato: Lun Apr 28, 2008 9:02 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Grazie Jollyroger88, complimeti per lo sprito di osservazione...



Volevo aggiungere (e mi riferisco in particolare a Joe) che l'itinerario è percorribile interamente anche in muontain bike (certo, è piuttosto dura!!!), come peraltro testimoniato dalla presenza in vetta di alcuni ciclisti. Perchè no, magari completando il giro scendendo direttamente nel versante abruzzese...



Saluti,

Francesco
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jollyroger88
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MessaggioInviato: Mar Apr 29, 2008 9:02 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Francesco ha scritto:
Grazie Jollyroger88, complimeti per lo sprito di osservazione...



Volevo aggiungere (e mi riferisco in particolare a Joe) che l'itinerario è percorribile interamente anche in muontain bike (certo, è piuttosto dura!!!), come peraltro testimoniato dalla presenza in vetta di alcuni ciclisti. Perchè no, magari completando il giro scendendo direttamente nel versante abruzzese...



Saluti,

Francesco




interessante! ritieni che il percorso sia duro x il dislivello, oppure presenta anche difficoltà 'tecniche' (pietraie, single track..)?

un altro aneddoto (purtroppo non bello): anche dalle mie parti (circa 30km) esiste un Monte Serra (noto x la presenza di numerosi ripetitori televisivi) dove nel 1977 si schiantò un C130 dell'aeronautica militare che purtroppo trasportava una 40ina di cadetti 20enni
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MessaggioInviato: Mar Apr 29, 2008 9:14 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Jollyroger88,



Già, mi riferivo proprio al dislivello.

La strada alterna tratti di normale pendenza a salite davvero ripide anche moderatamente lunghe!!!

Sul sentiero, scomodo per le bici come la maggior parte dei sentieri di montagna - soprattutto nella parte finale, non si incontrano difficoltà insuperabili...

Ovviamente consiglio di imboccarlo dove la strada scollina procedendo verso destra (rispetto alla strada) per qualche centinaio di metri per poi "piegare" leggermente ancora verso destra fino ad intercettarlo (come alla mia relazione) e non al tornante a 2/300 metri dalla cisterna.



Saluti,

Francesco
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MessaggioInviato: Mer Apr 30, 2008 5:55 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao

purtroppo qualche giorno fà mi sono infortunato ad una mano e ho dovuto mettere dei punti.

Quindi per rimettermi in bici ci vuole un po' specialmente in mtb.



Avevo proprio pensato di fare quella escursione il 25. Twisted Evil



Se ne riparlerà prossimamente.



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MessaggioInviato: Lun Giu 09, 2008 1:32 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao a tutti, volevo ringraziarvi per tutte le fonti e le notizie sulla tragedia aerea, che in parte mi riguarda. Sono infatti un nipote di una delle vittime, Marco Di Michele, e volevo avere informazioni più dettagliate sull'accaduto. Peccato solo che ho scoperto solo ora questo forum, e che poco tempo fa c'è stato un incontro-ricordo sul monte Serra Alta; magari se si ripete, l'anno prossimo vengo volentieri! ciàcià lorenzo
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Francesco
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MessaggioInviato: Lun Giu 09, 2008 9:04 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Lorenzo, ben trovato su questo sito... Very Happy



La storia della tragedia aerea di Monte Serra Alta mi ha appassionato molto e mi fa piacere che con questo thread si possa contribuire alla ricostruzione ed alla testimonianza storica di quell'incidente...



...Perchè no, anche solo riuscendo a mettere in contatto i parenti delle sfortunate vittime...



Quest'anno, come già detto, ne erano presenti alcuni e magari, il 25 aprile del prossimo anno, per la 18^ edizione, ci sarai anche tu.

Ti colpirà la partecipazione delle persone, una commemorazione davvero sentita e "palpabile"...



Tu hai altre notizie?



Saluti,

Francesco


L'ultima modifica di Francesco il Sab Ott 09, 2010 12:24 pm, modificato 1 volta
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