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A carnevale ogni scherzo vale...

 
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Amilcare
Aquila Reale
Aquila Reale


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MessaggioInviato: Mar Feb 05, 2008 9:25 pm    Oggetto: A carnevale ogni scherzo vale... Condividi su Facebook Rispondi citando

Proverbio: A Carnevale ogni scherzo vale.


Non c’entra niente, però è bella e vi voglio raccontare di quando il villano portò il prosciutto all’avvocato e non gli lasciò che l’osso.



Dell’avvocato S.......... se ne raccontano tante da riempirne libri e libri.

La più famosa è quella del suo cane che s’era mangiate le salsicce del macellaio ed erano tante che stette un pezzo in piazza a trascinarle ed a rotolarsici tra le risa e l’invidia della gente
“ Tutti testimoni, aucà”.
Questa, però, l’ho intesa raccontare in un sacco di posti e dovunque il macellaio aveva ragione e la parcella superava il prezzo delle salsicce.

Le altre sono cosucce che si raccontavano sempre a proposito di grandi mangiate in compagnia di un suo degno compare: un prosciutto spolpato “ Avoglia a corr’ “ sul tassì che li portava da Vico alla piazza di Alatri; dodici piatti di fettuccine che aspettavano la benedizione di S.Ambrogio, mentre gli altri vedevano la processione alla finestra e tant’altre.

Ma la più bella è proprio questa che conoscono in pochi, ma vi assicuro autentica:
“Stavota m’ho fr’gat’ i Gu..! M’ho propria fr’gat’, vatt’ a fida!( Questa volta mi hanno fregato, caro il mio G…. mi hanno proprio fregato, vatti a fidare)
“Pensa...l’altra sera in Piazza Mi ferma Sq.”:
“ Aucà ! Cusì...cusì y cusì; ‘nsacci k’ fa”
“ E bè! Di che ti preoccupi. Così, così e così e vedrai che tutto sarà a posto.”
“Y chi ci saria p’nsat’! kesta si k’è bella. Grazi aucà, grazi propria assai! Accom’ t pozz’ arr’ncump’nsà?!”
“Ma che dici! fra noi queste cose....
Nemmeno a pensarci!
Ma se proprio ci tieni....domani mattina presto mi porti un prosciuttino così facciamo colazione e due chiacchiere......
Al villano il “prosciuttino” gli sbatte sullo stomaco come se lo avesse ingoiato con tutto l’osso.
“....fra noi queste cose....ma neanche a parlarne.
“Un prosciuttinpo e facciamo due chiacchiere”
“wi quant’ m’ cost’n ‘st’ du chiacchier’.”

Arrivò a casa che aveva due diavoli per capello.
Se la prese, naturalmente, con la moglie che non sapeva e non c’entrava niente e mandò il figlio più grande a letto senza cena.
“Ke so’ fatt’ ta ?!”
“Zitt’ ka l’ sacci je y duman’ matina t’arizzi cett’ k’ada unì cu mi a Alatri”
Ed il figlio si coricò. Al letto pensa e ripensa: Ripercorre tutta la giornata, la ripercorre nei minimi particolari, ripercorre la giornata precedente.... s’addormenta.
Lo sveglia la madre che gli fa mettere il vestito buono, si lava bene il collo e le orecchie e non ci capisce niente; la madre meno di lui; il padre ha sempre due diavoli per capello, mentre impacchetta il prosciutto ne ha almeno tre.
“Jam”
Il prosciutto in collo e il figlio che arranca con le scarpe strette.

La colazione.
Finalmente il prosciutto è pronto. Il coltello affilato taglia fettine sottili, trasparenti quasi .
“E’ per esaltare l’aroma”
Fette di pane e prosciutto.
Tentativi di conversazione.
“Si sono stato promosso in quinta”
L’avvocato e il villano chiacchiere e chiacchiere e fettine di pane e fettine di prosciutto.
E il bambino ha le scarpe strette che gli fanno male e il villano trova sempre nuovi argomenti: la lepre......, il fagiano...., il vino del Piglio....,e incoraggia il figlio a fare onore alla colazione con l’avvocato.
Ad un certo punto l’avvocato ha come una folgorazione, si scusa ma non ne può proprio più:
“Mancano le cipolline! Scusate ma io delle cipolline non ne posso fare proprio a meno, specialmente a colazione. “Caterina!.......”
Ed arrivano le cipolline; belle lucenti, fresche e poi “....il fegato........., i reni........, lo stomaco......si, si, sono un vero toccasana.”
Un morso di pane ed una cipollina.
Il villano ed il figlio: pane e prosciutto.
“Senza complimenti, prendete pure; se voi sapeste....” E ancora sulla virtù delle cipolline.
Ad un certo punto, il povero figlio, più per compiacere l’avvocato che per voglia allunga la mano e prende una cipollina.
Non l’avesse mai fatto! Un ceffone lo finisce di stordire.
“Brutt’ maladucat’, willanon’ k, n’n sì atr’. L’ stai a s’ntì k’agli aucat’ ci piacin’ tant’ l’ cipollett’ y tu t’ ci l’ vo’ magnà? Magnit i prusutt.” (Brutto maleducato, villanone che non sei altro ! Lo stai a sentire che all’avvocato piacciono tanto le cipolline e tu te ce le vuoi mangiare? Mangia il prosciutto!)
I luccioloni agli occhi, mortificato, il povero figlio rimugina sulle stranezze del padre.
A carte scoperte, ormai, l’avvocato ed il padre: schiappe di prosciutto a rotta di collo, il coltello s’affonda, trancia grosse fette ingoiate senza pane.
Vani tutti i tentativi di conversazione: Mugugni a bocca piena.
Il coltello scarnisce l’osso.
“E’ finita!”
“ Arrivederci, aucà! E’ stata propria ‘na bella culazion’
A proposito ci po’ di a Catarina ca cu’ gli oss’ di prusutt’ ci vet’n’ ben’ i fasoi..... y cu’ du’ cipollett’ fresch... ke t’ magni......”(Arrivederci avvocato! E’ stata proprio una bella colazione! A proposito: puoi dire a Caterina che con l’osso di prosciutto ci vengono bene i fagioli....e con due cipolline fresche....che ti mangi.)
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