Forum dei "Monti Ernici"

 FAQFAQ   CercaCerca   Lista utentiLista utenti   GruppiGruppi   RegistratiRegistrati 
 ProfiloProfilo   Messaggi privatiMessaggi privati   Log inLog in 
www.montiernici.it



Val di Comino

 
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Varie
Precedente :: Successivo  
Autore Messaggio
Luca Bellincioni
I Monti Ernici; la mia passione
I Monti Ernici; la mia passione


Registrato: 12/07/06 08:06
Messaggi: 112

MessaggioInviato: Mar Giu 26, 2007 12:55 pm    Oggetto: Val di Comino Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao a tutti, vi allego un mio nuovo articolo pubblicato su Patrimoniosos che accenna alla vicenda dei tagli di Collepardo ma che più in generale affronta il problema del degrado del paesaggio ciociaro. L'ho scritto tutto di getto dopo che domenica sono stato sul Monte La Meta: per giungere a Picinisco ho infatti dovuto attraversare tutte le brutture provinciali che hanno ormai assediato anche la Val di Comino. Vorrei rendervi partecipi del disastro in atto (intorno ad Alatri, se ci si fa caso, già dalla strada sono visibili decine di scheletri, anche in montagna: ma chi governa questa città?).

Fortunatamente da Picinisco in poi, salendo sulla montagna, è tutto uno spettacolo. Natura intatta (se si fa l'eccezione della minuscola stazione sciistica di Prati di Mezzo), paesaggi strepitosi e camosci dappertutto sulla Meta. Peccato per la quasi totale assenza di panorami a causa del cielo afoso (una costante di questo periodo). Ho sentito del trekking notturno da Campocatino alla Monna, anch'io ci sto facendo un pensierino, chissà come è andata a Stark (che saluto - ci siamo scritti anche sul forum di Vagabondo).

Luca Bellincioni







La Val di Comino - Un Paradiso perduto? Viaggio nel degrado Ciociaro

25-06-2007

Luca Bellincioni



Fino a pochi anni fa la Val di Comino, situata ai margini della Ciociaria, ai confini con Abbruzzo e Molise, aveva preservato un paesaggio rurale con tratti assai peculiari e di grande bellezza, sicuramente il più integro del Basso Lazio, sub-regione che invece ha visto altrove il proprio territorio agricolo devastato dall’abusivismo edilizio e da uno sviluppo residenziale, commerciale e industriale caotico. Chi scrive se la ricorda come una zona di campagne ben coltivate, disseminate di eleganti ville sette-otto-novecentesche ed antichi casali, con lo sfondo maestoso dei Monti della Meta e delle Mainarde, versante laziale dello storico Parco Nazionale d’Abruzzo. Dopo qualche anno di assenza, sono tornato nella Val di Comino e purtroppo ho potuto notare come tale armonia sia stata spezzata. Come in tutto il resto del territorio laziale (e ovviamente non solo), anche in questa bella e verde conca, a lungo una sorta di “Ciociaria felix”, l’ultimo increscioso condono edilizio ha lasciato dietro di sé una serie di immani devastazioni, la cui portata ancora non è stata messa in luce dalla carta stampata locale, in verità assai più legata ai poteri della speculazione che alle ragioni dell’ambientalismo e del conservazionismo. Aggiungiamo a ciò che il comprensorio in questione - formato dai comuni di Atina, Alvito, San Donato Val di Comino (“bandiera arancione” del Touring Club), Picinisco, Gallinaro, Cardito, Settefrati, San Biagio Saracinisco e Vallerotonda – è caratterizzato da fenomeni di marcato spopolamento e da un atavico isolamento geografico, fattori che, rispettivamente, da un lato danno possibilità statisticamente scarse che vi si formino associazioni ambientaliste e che vi siano voci numerose verso la tutela del territorio, dall’altro fanno sì che gli scempi e il degrado avvengano in un contesto di autentica anarchia e deficit di controllo da parte delle istituzioni. Come monitorare efficacemente, infatti, un territorio così vasto e tuttavia così sconosciuto e così lontano da centri urbani importanti? Ad ogni modo, basta percorrere la strada che da Sora porta a Picinisco, passando ai piedi di Vicalvi, Alvito e Atina, per avere un quadro abbastanza chiaro di ciò che sta accadendo in Val di Comino. Abbiamo contato circa un centinaio tra scheletri in cemento o edifici rimasti incompiuti e in stato di abbandono, tutti nuovi di zecca o quasi, al massimo 3-4 anni di “vita”. Ecco l’effetto condono e "post-condono". Arrivati infine a Picinisco, salendo verso il paese ci danno il benvenuto tre mostruosi, grigi scheletri di villette, mentre proseguendo per l’altopiano di Prati di Mezzo (che ospita una minuscola, sperduta quanto inutile stazione sciistica) si notano sulla destra, poco fuori il centro abitato, altre tre ville in stile indefinibile (a metà tra un rifugio e un’astronave) di cui due completate, ma degradate e in completo abbandono, e la terza, ancora, allo stato di scheletro. In quest’ultimo caso, però, le costruzioni sembrano decisamente “datate”: sarà stato l’effetto di un condono precedente?

Ecco insomma l’Apocalisse della Val di Comino. In alcuni casi si assiste alla deprimente immagine, in piena campagna, della villa ottocentesca o del casale bellissimo in pietra, in rovina, affiancati (probabilmente dallo stesso proprietario) da una triste villetta rosa, modernissima, col muro di cinta (rosa), le palme, la parabolica e il cane abbaiante. Più spesso però spiccano gli scheletri di cemento, che, se se lasciamo la Val di Comino e ci inoltriamo prima nel Sorano e poi nel Frusinate vero e proprio, si moltiplicano nel loro numero ad ogni chilometro percorso. Basta guardare a caso, su una collina, lungo la strada, sul fianco di una montagna in posizione panoramica (su cosa poi non si sa, sugli scali?): sono dovunque, alcuni anche con lo striscione con su scritto “in vendita”.

Benvenuti in Ciociaria. Capannoni sparsi dappertutto, cave gigantesche a ripetizione, tagli sconsiderati, abusivismo sfrenato, edilizia selvaggia, costruzioni “avveniristiche” accanto ai borghi medievali e alle celebri, antichissime “mura ciclopiche”. La Ciociaria rappresenta oggi un vero e proprio “manuale” del degrado paesaggistico. Un territorio un tempo meraviglioso e commovente, e oggi ridotto ad un miserabile mosaico di mediocrità edilizia ed ecomostri.

Ma, a ben vedere, in una situazione del genere ha ancora senso parlare di ecomostri? L’ecomostro “classico” è qualcosa di osceno che spicca in un quadro di bellezza e armonia. E allora sono ancora “ecomostri” le centinaia e centinaia di scheletri che imbrattano disgustosamente non solo – è ovvio – la povera Val di Comino, ma l’intera Ciociaria? Sono ancora “ecomostri” edifici, se così si possono definire, che ormai fanno parte del paesaggio ciociaro, presenti dappertutto, nelle pianura, sulle colline, sulle montagne? O forse sarebbe più adatto parlare di un “paesaggio ecomostro”, e cioè il paesaggio in sé che è divenuto un “ecomostro”? Gli scheletri in cemento (che ricordiamolo sono abusivi e – per legge – dovrebbero essere abbattuti) sono ormai un elemento caratterizzante del paesaggio ciociaro, come lo sono i cipressi per la Toscana, i vigneti per le Langhe, i campi di grano per la Maremma, gli uliveti per la Sabina. Praticamente un paese su due in Ciociaria può “vantare” uno scheletro (o almeno un edificio incompiuto) nel suo “tessuto urbano”, o nelle sue campagne. In alcune zone del Cassinate, del Frusinate e del Sorano (ma anche degli Ausoni e degli Aurunci) non si può nemmeno più parlare di “paesaggio”, poiché ciò che c’era prima è stato sostituito da qualcosa ancora “inclassificabile”.

Negli ultimi tempi si parla di rilancio del turismo in Provincia di Frosinone. Intendiamoci, nonostante il degrado, la Ciociaria, oltre alle rinomate terme, conserva monumenti e centri storici medievali magnifici e vestigia dell’antichità italica uniche in Italia; a ciò va aggiunto il superbo patrimonio forestale e montano, fatto di numerosi gruppi montuosi, dai monti del pre-Appennino (Lepini, Ausoni, Aurunci, Cairo) a quelli dell’Appennino più selvaggio (Simbruini, Ernici, Meta e Mainarde) dove vivono ancora l’orso, il lupo, il camoscio e l’aquila reale). Ma è il territorio nel suo complesso ad apparire oggi degradato e affatto impreparato per un turismo culturale ed ambientale. Le colline e le campagne (e la Ciociaria delle cittadine e dei borghi potenzialmente “turistici” è tutta lì) versano nello stato su descritto, con l’abusivismo a caratterizzare nettamente il paesaggio. I centri storici, da parte loro, sono stati spesso devastati nel Dopoguerra da un’edilizia raccapricciante, sebbene in alcuni casi con demolizioni mirate potrebbero essere recuperati spazi urbani e scorci storici pregevoli. Viceversa, alcuni tra i borghi meglio conservati sono invece oggi deturpati da opere assolutamente impattanti e contrastanti con la vocazione del luogo: è il caso vergognoso di Fumone, splendido villaggio medievale in pietra calcarea, dominato dalla fosca rocca Longhi-De Paolis (che vide la prigionia di Papa Celestino V), borgo dall’immenso potenziale turistico e tuttavia da decenni affiancato da un mastodontica antenna radiotelevisiva, che è un po’ il simbolo dell’incapacità della Ciociaria di gestire i propri beni culturali e ambientali.

Il rilancio del turismo, dunque, si è detto. Ma come si può parlare di rilancio turistico se oggi anche le zone di pregio della Ciociaria iniziano ad essere ormai chiaramente aggredite dalla speculazione, dall’abusivismo e dal degrado di quel cancro che è ormai il settore edile? Come si può parlare di rilancio turistico, se gli scheletri di cemento e le villette arancio e rosa hanno invaso (e invadono ogni giorno) la bella e struggente Val di Comino, ultima roccaforte del paesaggio agrario ciociaro, o la magnifica zona della Certosa di Trisulti e di Collepardo (bandiera arancione del Touring Club), cuore dei Monti Ernici, dove peraltro nell’arco di un anno, o poco più, sono state “rasate a zero” intere foreste di faggio e quercia?

E tornando infine alla Val di Comino, pensiamo che qui più che altrove sia possibile in concreto un intervento sperimentale di restauro del paesaggio, che passi in primo luogo dal “recupero” della legalità e quindi dall’abbattimento delle costruzioni abusive, vero e intollerabile scempio a questo territorio. Tale intervento crediamo debba essere avallato e sostenuto in primis dallo stesso Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, anche tenendo conto del prestigio (nonché del peso politico, economico e sociale) di questo storico parco. Operare oggi un restauro paesaggistico nella Val di Comino, che allo stesso tempo fosse accompagnato da un serio progetto di salvaguardia e valorizzazione del cospicuo patrimonio dell’edilizia rurale storica, avrebbe un grande valore simbolico per il riscatto dell’intero territorio ciociaro e come modello per un atteggiamento nuovo in tutta la provincia, per il restauro di quel che rimane del paesaggio del resto della Ciociaria. Allora sì che il turismo potrebbe divenire un fattore importante e verosimile per l’economia locale. Ma fin quando saranno i grigi scheletri di cemento a dare il benvenuto ai turisti, sarà lecito dubitarne.
Top
Profilo Invia messaggio privato  
starck
Amico della Montagna
Amico della Montagna


Registrato: 10/10/06 21:16
Messaggi: 35
Residenza: roma

MessaggioInviato: Mar Giu 26, 2007 1:15 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Salve Luca,

ricordo bene, ci siamo scritti su Vagabondo a proposito di Norchia, avevo messo un post per una escursione e avevi consigliato di fare attenzione alle automobili ..per fortuna è andato tutto bene. Lo stesso non si può dire della povera magnifica necropoli, messa a dura prova da frane e incuria. E pensare che in Toscana si fanno pagare ben 9Euro per vedere 3 minuscole tombe a camera nella zona di Populonia.. Confused



Complimenti per il tuo articolo sulla Val di Comino, il cui contenuto è purtroppo pienamente condivisibile. Conosco molto bene quella zona per averci fatto diverse escursioni, una proprio sui Monti della Meta. Fra tutti i paesi della valle quello che preferisco è San Donato, una vera chicca, posto in una bellissima posizione con le Mainarde alle spalle e un bellissimo affaccio sulla piana ciociara. Purtroppo ho notato anch'io le decine e decine di nuove costruzioni tirate su con una "certa fretta". Ma questo non è solo un problema politico, ma soprattutto culturale, in fondo i governanti li eleggiamo noi. Spiace dirlo, ma a nord di Roma brutture simile se ne vedono molto più di rado..



L'escursione notturna sulla Monna la dobbiamo ancora fare, è in programma per la notte di sabato 30, pensiamo di partire a notte inoltrata, fare un piccolo riposo sotto le stelle nel punto che ha indicato Francesco, in modo da arrivare con comodo alle prime luci dell'alba alla Rotonaria e poi ritornare per lo stesso percorso ma avendo modo di vedere il panorama con le luci della mattina. Appena le previsioni meteo danno segnali di sstabilità, penso di mettere un post nel forum.

Un saluto a tutti

Cool
Top
Profilo Invia messaggio privato   HomePage
Luca Bellincioni
I Monti Ernici; la mia passione
I Monti Ernici; la mia passione


Registrato: 12/07/06 08:06
Messaggi: 112

MessaggioInviato: Mar Giu 26, 2007 1:56 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Stark, sono contento che a Norchia tutto sia filato liscio... Condivido anch'io quello che tu dici sul fatto nel Lazio settentrionale (se facciamo l'eccezione scandalosa del Lago di Bracciano e dintorni, nonchè il solito Terminillo) non si veda l'aggressione edilizia che invece c'è nel Basso Lazio. Certo è un problema culturale, ma gli amministratori, che lo vogliano o no, hanno il dovere di far rispettare la legge, che c'è, anche se a votarli è stato l'abusivo, lo speculatore, il cacciatore di frodo, l'imprenditore senza scrupoli o qualsiasi altra feccia dell'umanità. Negli ultimi tempi c'è un "allentamento" un po' dovunque in Italia nel far rispettare le leggi in materia edilizia (avrai sentito parlare del caso-Monticchiello presso Pienza, ma il disastro è in atto un po' dappertutto), e ciò soprattutto in seguito al vergognoso condono, che ha avuto come risultato quello di far credere che si può ormai far ciò che si vuole tanto ci sarà prima o poi un altro condono. Anche nel Lazio settentrionale del resto le cose non vanno per niente bene, come ho descritto su altri articoli: lo stesso fatto che la Necropoli di Norchia sia in questo stato d'abbandono ti fa capire tutto. La Tuscia in particolare vive una stagione di grossa speculazione edilizia soprattutto attorno ai laghi e ai parchi e allo stesso tempo un degrado del paesaggio legato alla diffusione (incomprensibile) di innumerevoli capannoni industriali isolati, anzichè veri e propri nuclei produttivi, e ciò anche nelle zone di maggiore pregio (basta guardare tra Tuscania e Viterbo, tra Tuscania e Vulci e tra Tuscania e Tarquinia). Proprio all'imbocco della strada per Ferentum, invece, in un paesaggio magnifico ed immacolato, sono negli ultimi tempi sorti tre giganteschi capannoni industriali isolati nella campagna (spiccano tristemente tra i meravigliosi campi di papaveri, margherite e zafferano), che devastano la continuità paesaggistica della zona, che sarebbe stata viceversa da salvaguardare a tutti i costi. Tornando invece alla Val di Comino, San Donato rappresenta un po' un'eccezione (o meglio il simbolo e la speranza di quello che era e che dovrebbe tornare ad essere la valle), anche grazie al riconoscimento della bandiera arancione del TCI. Speriamo che regga.

Quanto infine alla gita notturna, purtroppo in quella data sono sulla Laga, e tornerò sugli Ernici solo un paio di settimane dopo. Attendo comunque il resoconto del trekking.

LB
Top
Profilo Invia messaggio privato  
Mostra prima i messaggi di:   
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Varie Tutti i fusi orari sono GMT + 1 ora
Pagina 1 di 1

 
Vai a:  
Non puoi inserire nuovi argomenti
Non puoi rispondere a nessun argomento
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi votare nei sondaggi
Non puoi allegare files in questo forum
Puoi scaricare files in questo forum


Powered by phpBB © 2001, 2005 phpBB Group
phpbb.it