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C'era una volta La Strada

 
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Amilcare
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MessaggioInviato: Gio Set 14, 2023 7:05 pm    Oggetto: C'era una volta La Strada Condividi su Facebook Rispondi citando

Non ricordo dove, ma, ultimamente, mi è capitato di leggere:
"Attenzione! In questa strada ci sono bambini che giocano" e c'era un bambino che nello spazio tra il muro e il parcheggio, faceva rimbalzare una palla e si guadava intorno.
In un angolo, protetto dal tronco di un albero, due donne, all'ombra lavoravano a maglia e parlavano tra loro.
Nient'altro.
Una volta sulla strada si andava, si stava ci si incontrava e, soprattutto, si giocava.
Erano tanti i giochi di strada tramandati da generazioni di bambini e sempre nuovi ed ogni gioco aveva il suo tempo nell'arco dell'anno, ma ce n'era uno, il solo che si poteva fare sempre:

A CAMPANA:
Si disegnava un rettangolo chiuso da un arco che limitava
il "Riposo",
che era lo spazio dove e soltanto ti potevi fermare e nel rettangolo che si divideva in rettangoli per delimitare
"Le Caselle" che si dovevano conquistare lanciando un sasso piatto o un frammento di coccio:
"La Boca"
-andava scelta con gran cura: Si poteva rompere e non si poteva cambiare e allora "Pezzo grande" o "Pezzo piccolo" e questo era deciso da chi lo diceva per primo "Il giocatore o un avversario".
Si lancia per conquistare una casella, cominciando dalla prima.
Saltando su un piede la raccogli e sempre saltando, percorri tutte le caselle facendo attenzione a non calpestare le linee di divisione e non appoggiare la mano o l'altro piede per terra e ti puoi fermare soltanto nello spazio dedicato al riposo.
Dopo l'ultima casella il giocatore, poggia la boca sul piede, chiude gli occhi, guarda in alto e percorre tutte le caselle dicendo, ad ogni passo, "Acciacco?
Alla fine, di spalle, lancia la sua boca e fa sua la casella dove questa si fema
-Capitavi (uscivi dal gioco) se acciaccavi le linee o la boca cadeva.
E intanto il coro: "Diavolo sotto terra fà cadere la boca per terra".
-Se non chiedevi il permesso che poteva essere negato, per passare nella casella di un avversario
- capitavi anche se, dopo il lancio, la boca non restava nella casella da conquistare.
- Chi usciva dal gioco, rientrava quando un altro giocatore capitava..
Vinceva chi conquistava la maggioranza delle caselle

a seguire: il Giro d'Italia
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Francesco
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MessaggioInviato: Ven Set 15, 2023 8:27 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

E chi se la scorda La campana!?
Ovunque si trovavano sull'asflato tracce di campane disegnate con il gesso...
Penso che l'incubo di tutti fosse il percorso da fare alla cieca!
"Ci stò?" a cui, quasi sempre, la risposta era un secco e soddisfatto "no!"
Se non imbrogliavi sbirciando qua e là e quando lo completavi!

Grazie per questo ricordo...Very Happy

Francesco

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Amilcare
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MessaggioInviato: Sab Set 16, 2023 7:26 pm    Oggetto: L conta Condividi su Facebook Rispondi citando

Ogni gioco cominciava con la conta che, oltre a quella classica basata sui numeri, si poteva fare con quelle che si basavano sulle sillabe, come, per esempio:
-Amba-ra-bà -ciccì -coccò, -tre- ci-vet-te sul -co-mò-(ecc) che facevano l'amore con la serva del dottore. dottore s'ammalò, ambarabà ciccì coccò.

-Sot-il-pon-te -di Bel-lac-ca (ecc) c'è Ninì che che fa la cacca. La fa dura dura, e il dottore la misura, la misura a trentatrè uno, due e tre.

Elvira me ne ricordata una una in dialetto:

Tin-gu-la tin-gu-la, sott -ban-chett -k -t -dass -n -sass -mpett.

Colgo l'occasione per invitare tutti a collaborare proponendo i loro giochi.

Ringrazio per l'attenzione e un cro saluto,
Amilcare


L'ultima modifica di Amilcare il Mar Set 19, 2023 3:51 pm, modificato 1 volta
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Francesco
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MessaggioInviato: Dom Set 17, 2023 5:48 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Dai, dai, rilancio l'invito di papà a condividere giochi e conte.. Very Happy

Saluti
Francesco

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Amilcare
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MessaggioInviato: Lun Set 18, 2023 7:01 pm    Oggetto: IL GIRO D'ITLIA Condividi su Facebook Rispondi citando

IL GIRO D'ITALIA
era il classico gioco in auge per un periodo specifico dell'anno. Si giocava, infatti dall'approssimarsi del Giro d'Itala, quello per la Maglia Rosa, alla fine del Tour, il giro di Francia.
Invece delle biciclette, si usavano le "iutticelle che sarebbero le lattine che chiudono le bottiglie di birra e delle bibite gasate e che venivano spinte facendo scattare il dito medio, trattenuto dal pollice.
Il percorso era
una lunga striscia, larga, in media una trentina di centimetri, disegnata sulla strada asfaltata e si snodava: su
tratti facili, l'asfalto liscio e
più o meno difficili; i tratti dive l'asfalto era più o meno rovinato.
Era micidiale il tratto sul selciato.
Cominciava con la griglia di partenza, un rettangolo dove il giocatore, secondo l'ordine stabilito dalla conta,
posizionava e da dove faceva partire la sua lattina.
Dopo il primo, stabilito dalla conta,
i successivi tiri venivano fatti secondo la posizione in classifica, cominciando da quello che stava avanti.
Due erano le modalità per fare il percorso:
per la prima,
la lattina doveva sempre restare all'interno della striscia altrimenti il tiro sarebbe stato nullo.
Per l'altra, secondo gli accordi preventivi, poteva anche "tracciare", purchè rientrasse e si fermasse all'interno della striscia.
In caso contrario il suo tiro era nullo e doveva ripetere il tiro nel turno successivo.

Il nostro Giro d'Italia prevedeva anche una tappa in Sicilia che era rappresentata da un cerchio più o meno grande, posto ad una certa distanza dalla fine della striscia, dove il giocatore doveva fare arrivare e fermare la sua lattina.
Vinceva il Giro chi, al ritorno, per primo, posizionava la sua la lattina nella griglia di partenza.
La classifica era stabilita dall'orine di arrivo.

Mi sono spiegato? E allora: alla griglia di partenza e vinca il migliore.

Amilcare.

A seguirer: IL CUCUZZARO
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Caterina
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MessaggioInviato: Mer Set 20, 2023 6:33 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ma che bello questo spazio!
Ricordo che come "compito" a scuola facemmo proprio una serie di interviste a genitori e nonni per ricordare quali fossero i giochi che si facevano una volta.
Spesso ci trovavamo poi a sperimentarli sul campo, per vedere se funzionavano.

NASCONDINO BUSSOLOTTO
Il nascondino bussolotto era una variante del solito nascondino che -poveraccio chi si accecava- durava un po' di più perché oltre alla "tana" c'era anche un barattolo di latta che se calciato, con il suo rumore, liberava tutti quelli che erano stati tanti sino a quel punto.

COMMA' È COTTO IL PANE?
di questo ricordo in particolare una giocata che abbiamo fatto numerosi, per strada, sotto casa. Ci si mette in cerchio tenendosi per mano. Ovviamente più il cerchio è grande e più dura il gioco.
Nonna, affacciata dalla finestra, faceva "la commare" e da sotto noi a turno chiedevamo
"COMMA' È cotto il pane?"
E la commare rispondeva "mezzo cotto e mezzo bruciato!"
"E chi lo ha bruciato?"
A quel punto la commare decideva la sorte di uno dei giocatori, facendo il suo nome, e quello -accusato di aver bruciato il pane- doveva fare un mezzo giro senza lasciare le mani degli altri e rimaneva "in catene" mentre gli altri cantavano
" Povero (nome) è rimasto alle catene, queste son le pene che devono soffrì. Chicchirichì!"
Vinceva ovviamente chi non aveva mai bruciato il pane Wink

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kate

"Sulle montagne sentiamo la gioia di vivere,
la commozione di sentirsi buoni e
il sollievo di dimenticare le cose terrene;
tutto questo perche' siamo piu' vicini al cielo"


Emilio Comici - 1901-1940
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Amilcare
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MessaggioInviato: Gio Set 21, 2023 6:26 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Grazie Caterina:
Hai ricordato un bellissimo gioco che io non conoscevo e ne aspetto altri.
I miei sono giochi perlopiù da maschi.

Un caro saluto, Amilcare
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Francesco
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MessaggioInviato: Ven Set 22, 2023 7:19 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Grande Caterina ! Very Happy Very Happy Very Happy

Saluti
Francesco

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MessaggioInviato: Sab Set 23, 2023 12:16 pm    Oggetto: Il Cucuzzaro Condividi su Facebook Rispondi citando

Il Cucuzzaro, qualche volta cominciava così:

Al Cucuzzaro mio ciamanca ciamanca.
-"Che ciamanca?", rispondeva una voce.
-"Na cocozza".
."E perchè na cocozza?"
-"E quante senno?"
La prima cocozza rispondeva:
-"Due cocozze".
E una nuova voce:
_"Perchè due cocozze"
E la prima:
"Tre cocozze".

E così di seguito. Ogni nuova cucozza entrava e diventava il numero successivo, fino quando non si raggiungeva un numero sufficiente e
la prima cocuzza: Tutto il cucuzzaro.
Era un gioco che non ammetteva la minima distrazione e pretendeva la massima partecipazione:
Bisognava, anzitutto, rispondere immediatamente alla chiamata e indicare la cucuzza che manca, ma attenzione:
Ti possono chiamare guardando un'altra cucozza
Puoi rispondere,
-perchè ti sta guardando, ma non hai quel numero,
-rispondi indicando una cucozza eliminata
e paghi pegno e secondo gli accordi presi:
esci subito perchè i giocatori sono tanti,
al secondo pegno,
al terzo pegno.
Il gioco termina quando rimangono soltanto il cucuzzaro e mostrando un pegno, la prima cucozza:
Cincicincinegli d chi è st campanegli?
Risposta
E il cucuzzaro: Se lo rivuoi devi: ...

Si può dire che nel riscatto dei pegni stia l'essenza del gioco e che le richieste dipendano soltanto dalla fantasia del cucuzzaro che per coinvolgere gli altri, spesso ricorre al "testamento",

Naturalmente, quasi sempre, il gioco cominciava per iniziativa di qualcuno che radunava un certo numero di giocatori e attribuiva il numero: ma, sempre.
il Cucuzzaro: "Al cucuzzaro mio ci manca, ci manca" e
La Prima Cucuzza: "Che ci manca?"

Il testamento:
Chi deve riscattare il pegno sta di spalle al cucuzzaro che:
-"Quanti ne vuoi di questi?" (possono essere baci, abbracci, schiaffi, complimenti, insulti, calci...) e l'interessato deve rispondere cercando di interpretare le espressioni dei compagni che ha di fronte.

Augura tutti i baci, gli abbracci e i complimenti, Amilcare

A seguire: >Palla prigioniera
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Amilcare
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MessaggioInviato: Mer Set 27, 2023 6:50 pm    Oggetto: Palla Prigioniera Condividi su Facebook Rispondi citando

Era il gioco preferito quando bisognava coinvolgere un numeroso gruppo con tanta voglia di dare sfogo alle energie.
Il gioco cominciava con la conta con la quale, ogni volta, uno dei due, per primo, si accaparrava un elemento della sua squadra.
Scelto il campo, si tracciava una linea per terra e ancora con la conta, il fortunato sceglieva il proprio campo e per primo, lanciava la palla che non doveva toccare terra prima della linea, nel campo avversario da dove veniva rilanciata.
Se la palla lanciata veniva presa a volo da un concorrente avversario, il lanciatore doveva lasciare la sua squadra e stare prigioniero in quella avversaria fino a quando non fosse riuscito a liberarsi e
-Per liberarsi, dovrebbe prendere a volo la palla lanciata dai suoi compagni.
Vince la squadra che quando secondo gli accordi, spesso per un periodo di tempo stabilito, finisce la partita, ha fatto più prigionieri.
Semplice?
Però le due squadre non sono composte da gruppi omogenei; ci sono tipi atletici, tipi dai riflessi prontissimi, tipi normali e "portm a mamma" lenti ed impacciati e tutti, a turno devono lanciare la palla. .
E qui sta il busillis:
Quando il "portm a mamma" lancia la palla, per il 99,99% dei casi, finisce prigioniero.
E allora?
Assodato che i primi non hanno difficoltà a liberarsi, che per i normali bisogna fare attenzione,
- per i "portm a mamma" bisogna che gli aitanti si sacrifichino per consentirne la liberazione e tenendolo tra loro possano magari far ricadere la palla nelle loro mani.
Questo, se fosse un "prego si accomodi".
E allora immaginate le finte al lancio, per non finire prigionieri o liberare un compagno e il tramestio e gli spintoni per impedire la liberazione dei prigionieri.

Un gioco completo che richiede, crea e fa crescere facoltà essenziali per lo sviluppo psico-fisico.

Buon divertimento, Amilcare
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