Altezza: - Monte Rotonaria: 1750 m.  s.l.m.; Monte Rotonaria (croce)1744 m. s. l. m.

Partenza:

Pressi Camping "Monti Ernici" Collepardo. 750 m. 

 

Dislivello andata e ritorno:  1000 m.

Sentiero: C.A.I. nr. 9

Tempi di percorrenza

andata:

2h e 10'.ca;

ritorno:

1h e 30 min. ca.

Monte Rotonaria 

Riferimenti G.P.S.

(dati rilevati - toll. +/- 7 m.)


Pressi Camping "Monti Ernici":

N 41°  46'  37,5"

E 13°  22'  33"

750 m. s.l.m.

 

M.te Rotonaria (croce):

 N 41°  47'  53,4"

E 13°  23'  51,3"

1747 m. s.l.m.

 

Percorso andata: Pressi Camping "Monti Ernici" - Vallone Faito - Sella Faito - Monte Rotonaria.

Percorso ritorno: Monte Rotonaria - Sella Faito - Vallone Faito - Pressi Camping "Monti Ernici".

 

Come arrivare al camping "Monti Ernici" di Collepardo:

  • Da Frosinone: (Km: 23 )S.S nr.155 per Fiuggi - bivio per Collepardo - giunti in paese seguire le indicazioni per Vico - "camping Monti Ernici"

  • Da Fiuggi: (Km. 23 ) S.S nr. 155 per Frosinone - bivio per Collepardo - giunti in paese seguire le indicazioni per Vico - "camping Monti Ernici".

 

Nonostante una quota non troppo elevata l'escursione al Monte Rotonaria è certamente una tra le più piacevoli e spettacolari dell'intero comprensorio dei Monti Ernici. Il sentiero C.A.I.. il nr. 9, alternativo al ben più conosciuto e frequentato sentiero nr. 8 (Certosa di Trisulti - M. Rotonaria) attraversa buona parte della  "Macchia di Vico" dapprima all'ombra delle querce per poi inerpicarsi, nel tratto più impegnativo, tra splendidi faggi. La passeggiata tra la pace e la  solitudine della  meravigliosa faggeta, fitta e maestosa,   ci darà l'opportunità se saremo fortunati, di ammirare  variopinte ghiandaie o  silenziosissimi scriccioli saltare da un ramo all'altro del bosco. Prima di individuare l'inizio del sentiero vi consiglio vivamente di soffermarvi  circa un centinaio di metri prima del camping "Monti Ernici", all'altezza della vecchia Chiesa sconsacrata ora sostituita per il culto da una "veneratissima" cappelletta dedicata alla SS. Trinità. E' impagabile, infatti, da questa posizione  il meraviglioso panorama sul sottostante "Vallone del Rio",  sulla meta della nostra escursione - il Monte Rotonaria e, più in generale, su buona parte dei Monti Ernici. In proposito date un'occhiata alla descrizione dell'itinerario per Capo Rio. Inoltre,  dal   fontanile   ivi   ubicato,   sarà   possibile rifornirsi di acqua (almeno due litri). Ricordo,  al   riguardo,   che   non sempre   detto fontanile   eroga   acqua   e   che   per  tutta     l' escursione   non     ci    saranno    altre    possibilità    di    riempire   le     borracce!!!

Inizio sentiero

Smaniosi di raggiungere la vetta, individuiamo poco dopo l'ingresso del camping l'inizio del sentiero indicato nella foto a lato. Dalla sinistra del cancello, tra pungentissimi arbusti di ginepro, costeggiamo la recinzione in ferro per immetterci nell'evidente sentiero  immerso nella querceta segnalato con le bandierine   rosso - giallo - rosso  e  rosso - bianco rosso   rispettivamente  C.A.I.   e   Sentiero   Italia.

Poco     più     di     cinque    minuti    di    cammino

e......PANICO, un'alta recinzione ci sbarra la strada!!!. Si tratta dell' "area faunistica del capriolo", progetto che a cavallo tra gli anni 99/2000 portò la XII Comunità Montana "M. Ernici" a recintare una vasta zona del bosco nel tentativo di reintroduzione del capriolo. Non conosco attualmente (01.2003) l'esito e/o l'evolversi di tale progetto ma presumo che l'Ente promotore sarà ben lieto di fornire ogni utile informazione  a chi ne fosse interessato. Ma... torniamo a noi. Proseguendo verso sinistra, raggiungeremo in brevissimo tempo una strada sterrata. Svoltiamo a destra sulla stessa ignorando i vari sentieri che si inoltrano nel bosco. Dopo poco meno di 20 minuti di percorrenza su strada sterrata, ATTENZIONE!!! un sentiero ben evidente e segnalato da una grossa bandiera rosso bianco rosso e da   una   più   piccola   rosso   giallo  rossa   entrambe   dipinte   su   massi al suolo ci induce a seguirlo.   NON   lasciatevi      tentare   e       proseguite    imperterriti       sulla       strada        sterrata.

Poco più di un minuto e, raggiunta la radura della foto a lato, abbandoniamo definitivamente la strada sterrata proseguendo come indicato dalla freccia per l'evidentissimo sentiero. Non spaventatevi se non troverete alcuna bandierina segnaletica. In realtà, infatti, il sentiero segnalato, pur   iniziando poche decine di metri   prima, è per nulla evidente.    Ecco    la     ragione     di     tale    suggerimento.

Cominciano  i   primi   faggi  e   percorrendo  il  bel  sentiero

Deviazione

(un tratto in pessime condizioni di strada sterrata) in breve ritroveremo le  tanto  rassicuranti  bandierine

Cephalantera Rubra

colorate. Ormai la faggeta ha preso il sopravvento.  A circa 10 minuti dalla strada sterrata prestate attenzione al sentiero.   Resistete  all'invito  ad  andare  dritti  cercando la  bandierina  C.A.I.  dipinta  su  un  vecchio tronco di  faggio  stranamente  contorto. Si prosegue ora zigzagando tra gli alberi per una leggera salita che man mano si farà sempre più dura. Superiamo i resti di una vecchia "carbonara" per proseguire su un  breve tratto al limitare di un fosso. Immersi sempre più nel fitto della faggeta cerchiamo di scorgere qua e la il movimento sfuggente di qualche piccolo scrocciolo. Non senza ammirare le splendide "cephalantera rubra" (foto a sx) disseminate ovunque, giungiamo all'altezza della frana per niente evidente sul posto ma ben visibile dai punti panoramici sul gruppo M. Monna/M. Rotonaria.  Inizia il tratto più duro. Dopo aver attraversato (circa un'ora dalla partenza) e riattraversato un fosso, semi immersi nel fogliame,   ci attendono 20 minuti di vera fatica. Comunque superata tale prova il bosco si fa più rado lasciandoci scorgere in lontananza le spettacolari  pareti   rocciose    della Monna  e l'eccezionale   bosco    appena   attraversato.

Non conosco  il  motivo, ma  quest'ultima immagine, il bosco, la vallata, Collepardo, Alatri, la valle del Sacco.....mi è rimasta impressa da  quando, per la prima volta, da bambino, percorsi  questo   sentiero.

Siamo ormai a Fontana  Faito (1h e 25 min.ca dal camping - foto a destra) ottimo posto per riposarsi e per ammirare liberamente lo splendido panorama. A dispetto del nome e della vasca presente a Fontana Faito non è di fatto possibile rifornirsi di acqua. La poca acqua sgorgante, infatti, non riesce nemmeno a bagnare il fogliame     circostante  !!!!    pur

Fonte Faito

rappresentando  una  preziosissima risorsa per gli animali selvatici. Ripartiamo. Ormai il bosco si fa meno fitto ed è veramente difficile distogliere lo sguardo dal bel panorama   sulla   pianura ( foto  in basso a sx) o  sugli imponenti  bastioni"  rocciosi  a  guardia  di  Monna  e  Rotonaria.    Nel     periodo

tarda  primavera/estate,   inoltre, tra   i ginepri disseminati ai bordi del sentiero  non  è  difficile scorgere le splendide fioriture dei Gigli Rossi (giglio di

Panorama sulla Macchia di Vico

S. Giovanni - Lilium bulbiferum L.) Proseguiamo sul piacevole sentiero  sempre  meno   ripido ed in circa           venti           minuti

arriveremo alla bellissima"Sella Faito" (foto in basso). Spettacolare, veramente spettacolare il pianoro di "Sella Faito". La fioritura dei pungentissimi cardi all'inizio dell'estate è un evento veramente   da   non 

perdere.  Nel   periodo giugno-luglio, inoltre, questa   zona è   ricchissima   di   gustosissimi spinaci di   montagna e di fragoline di   bosco. In antico era   luogo di   riunione dei   pastori che si riunivano intorno ad un' aia acciottolata ora coperta dal cemento. Proseguendo a destra dell'aia - subito a sinistra  si raggiunge il vicino M. Monna (1952 m.) in  circa 50 min. - si arriva in 10 min.   sul   punto     più     alto       (1750 m. s.l.m.)

Aia Sella Faito

La brevissima discesa che conduce alla croce  si percorre in un attimo, tanta è la fretta di osservare l'eccezionale panorama che ci attende.    Nelle giornate limpide, infatti, verso Sud, si vedono addirittura

Croce di vetta

il Circeo e le Isole Pontine.

Si  può dire però che la Rotonaria sia il balcone della Valle del fiume Cosa, con  lo sguardo che spazia sulle valli del Liri e del Sacco delimitate dalla quinta dei monti Lepini e degli Aurunci e va lontano fino  ai monti  Prenestini  e i Colli Albani. Subito sotto il ciglio della cresta è visibile l’imponente e  antica  croce

di legno divelta dal vento (vedi il fotoalbum). Si scende con lo sguardo in picchiata e, giù dove il declivio si addolcisce,  appare la Certosa di Trisulti incastonata tra il verde dei boschi secolari, si scende nell’orrido della valle, si risale:  San Nicola, Veroli, Alatri, Frosinone e i paesi che fanno corona alle falde dei Lepini; a destra Trivigliano, Torre Cajetani, lo specchio del lago di Canterno, Fumone e lontano, tra la foschia delle fabbriche e dell’autostrada, Paliano, Colleferro, Segni….La Monna interrompe lo sguardo e, per vedere Roma, devi andare sul Vermicano!!!.   A sinistra c’è la natura selvaggia dei monti.   Il  “gruppo delle Pratelle”(m. Ginepro, m. Bello,  m. Passeggio…)  fa bella mostra di tutto il suo splendore. Natura incontaminata, fatta di rupi, boschi e dirupi dove ancora vivono il lupo e l’orso e volteggia l’aquila ed è difficile immaginare che ci sia stato mai l’uomo.    Al di là si scende nella Val Roveto. C’erano “strade” e da lì venivano il brigante Chiavone e la sua banda che tra quelle rupi si rifugiavano, dove, tra gli ultimi faggi che vedi arrampicarsi su Pratelle, il brigante fu fucilato a tradimento. E lì, prima di Chiavone c’erano stati Fra Diavolo e Gasparone. “Strade” di contrabbandieri e mercanti quando oltre l’ultima cresta era Regno delle due Sicilie e al di qua Stato Pontificio.

 

Vedi anche la descrizione per il sentiero C.A.I. nr. 8

 

 

CARTINA                                                                        Foto   album

 

 

Riferimenti cartografici:

 

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