Gli Ernici

 

 Catena montuosa del Sub-Appennino  Centrale

 

Confine naturale tra le regioni Lazio ed Abruzzo, la  catena montuosa dei Monti Ernici

si estende in direzione Ovest-Nord/Ovest - Est-Sud/Est ed è delimitata a Nord dalla valle del f. Aniene, ad  Est dalla  valle  del  f. Liri,  a  Sud ed a Ovest dalla valle del f. Sacco. La configurazione attuale è il risultato dell’evoluzione che ha interessato la zona per centinaia di milioni di anni e che ha lasciato nelle sue rocce testimonianze attraverso le quali si può leggere tutta la loro storia. C’era il mare e nel mare  molluschi. Ed il mare scomparve e crebbero le montagne ed il tempo erose le montagne e tornò il mare.   Sugli  scogli  e   nelle

rocce  si fissavano le rudiste, si adagiavano sul fondo scheletri di squali e le ostriche e gli altri bivalve si ammucchiavano in masse compatte.

E crebbero ancora le montagne. E salivano e nascondevano ammoniti tra i ciottoli erosi delle antiche montagne, frammenti di rudiste e denti di squalo, ciprine e pettini, ostriche giganti e lische di pesci.

Tra i pascoli rigogliosi pascolavano l’elefante antico dalle zanne possenti, il rinoceronte e l’ippopotamo dalla mole massiccia ed il bue antico dalle superbe corna e vennero  i cavalli, i cervi,  i buoi, gli stambecchi…e c’erano leoni e tigri,  lupi e volpi, aquile ed avvoltoi e c’erano i piccoli animali che ancora incontriamo.

Ed irruppero i vulcani. Violenti cataclismi accompagnavano le loro eruzioni e le loro esplosioni.

Dove furono piogge di cenere e lapilli, fiumi di fango coprirono tutto quello che era stato, i terremoti sconvolsero il paesaggio, i fiumi cambiarono il loro corso, invasero nuove valli e le colmarono; erosero i fianchi dei monti per  aprirsi nuove vie.

I ghiacci, infine, arrotondarono le cime, lisciarono le rocce, scavarono orride valli, si sciolsero e l’acqua penetrava tra i calcari e gli scioglieva.

Caverne immense che si formavano e crollavano e crollano; baratri, inghiottitoi, doline, bacini e fiumi asciutti, fiumi sotterranei, sorgenti che sanno di neve e di zolfo e sono gli Ernici, i nostri Ernici. 

Amilcare Culicelli

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