Partenza: Fontana Grande  (627 m.  s.l.m.)

Arrivo: Pozzo Faito

(1236 m.s.l.m.)

Dislivello andata e ritorno:  610  m.

Segnaletica: Assente. Nella parte finale bandierine

Tempi di percorrenza:

andata: 2h; 

ritorno: 1h e 35'

Riferimenti G.P.S.

(dati rilevati - toller. +/- 7,5 m.)


Fontana Grande:

N 41°  43'  12,2"

E 13°  30'  43,9"

627 m. s.l.m.

 

Fontana Fusa:

 N 41°  43'  34,7"

E 13°  30'  03,2"

828 m. s.l.m.

 

Pozzo Faito:

N 41°  44'  10"

E 13°  30'  19,7"

1236 m. s.l.m.

 

 

Percorso andata: Fontana Grande - Fontana Fusa - Pozzo Faito.

Percorso ritorno: Pozzo Faito - Fontana Fusa - Fontana Grande.

 

 

Come arrivare a Fontana Grande:

  • Da Veroli: (Km: 13) direzione Santa Francesca, superata quest'ultima proseguire per Fontana Fratta/Sora. Subito dopo il segnale stradale indicante il territorio di Sora troviamo F.na Grande (6,5 km. da S. Francesca);

  • Da Sora: (Km. 9) direzione F.ne "La Selva"/ strada pedemontana per Veroli. Subito prima del segnale stradale indicante il territorio di Veroli troviamo F.na Grande

 

Sono passati ormai 19 anni da quando per la prima volta  effettuai questa affascinante escursione.. L'occasione era quella di accompagnare il prof. Heikki Solin, dell'Università di Elsinki, all'epoca impegnato nella realizzazione del Corpus Iscriptiorum Latinarum, all'epigrafe scolpita su un masso di Pozzo Faito ... ricordo come ora Solin in precario equilibrio in groppa ad un asino di un contadino che si offrì di accompagnarci. E che sorpresa vedere quell'iscrizione. Appena il tempo di "ricomporla" intuendo le lettere sbiadite dai secoli che papà e Solin la tradussero nel testo indicato in pendice.. A dire il vero l'unico dubbio permaneva sull'appellativo associato a Giove, AER..., AERAE ..., dubbi che si dissolsero nel breve volgere di poche riflessioni quando papà ebbe quella giusta intuizione, ATRATO, appunto, che così bene si addiceva al Giove di Pozzo Faito.

L'occasione per la descrizione di questo itinerario - interamente percorribile anche in mountain bike - è l'ottima iniziativa della Pro Loco di Castelliri denominata "passeggiata storico culturale lungo il confine tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie" che quest'anno, giunta alla sua decima edizione (27 maggio 2007), ha avuto come accompagnatore e relatore d'eccezione Ugo Muraglia, certamente  uno  dei  maggiori  esperti  di  cippi  di  Confine  tra  lo  Stato  della  Chiesa  ed  il  Regno Borbonico   avendoli   individuati   quasi   tutti   in    una   appassionata   ricerca   durata   diversi   anni.

L'argomento sui cippi di confine è stato già superficialmente trattato in calce alla descrizione dell'itinerario per Vado della Rocca e Monte Serra Comune e discusso in due diversi argomenti del Forum:  Cippi di confine tra Regno Borbonico e lo Stato Pontificio 10° passeggiata tra i CIPPI di CONFINE entrambi su iniziativa di un altro grande appassionato ed esperto di  cippi,  Giuseppe  Albrizio,  del  quale  vi

Fontana Grande

invito a  visitare  l'interessantissimo sito.  Individuato il punto di partenza, Fontana Grande (foto in alto),

come meglio suggerito nel link alla cartina  "Come arrivare a Fontana grande" e nella relativa descrizione,  si prosegue lungo la strada asfaltata in direzione Veroli per imboccare, alla nostra destra (10 min),  in ripida salita, la strada sterrata per F.na Fusa (foto a lato). D'obbligo però, visto l'argomento dell'escursione, la visita al maestoso cippo di confine  nr.  176  raggiungibile   in  appena 1  minuto  per

l'impervio  sentiero  che  dalla  strada  asfaltata   parte   alla   nostra  sinistra   nel   punto  indicato  dalla

fotografia a destra - in coincidenza di un piccolo deposito abusivo di immondizia !!! un centinaio di metri prima della deviazione sopra indicata. Ad indicare questo sentiero, recentemente,  sull'asfalto è stata dipinta  in giallo una linea trasversale alla strada e la scritta "Terra di Lavoro". Tornati sulla strada sterrata e dopo aver superato dei ruderi alla nostra  destra   (meno di 15 min. ca  dalla  strada asfaltata),

arriviamo in altri 7 min. ca. al  bivio con un'altra sterrata.   Svoltiamo a destra  ( a  sinistra   si  raggiunge

il poligono di tiro militare  in  circa 5 min)  ed  in  appena  un  paio  di  minuti  eccoci  a  Fontana  Fusa.

Anche in questo caso d'obbligo la visita al cippo nr. 177 raggiungibile in appena 5 minuti da F.na Fusa per la comoda stradina indicata dalla freccia nella foto in alto.   Dopo  esserci  riforniti dell'ottima acqua

Casello pastorale

di Fontana Fusa (a dire degli abitanti della zona presente tutto l'anno) proseguiamo il cammino lungo la strada sterrata come indicato nella foto.  A proposito di acqua. Ricordo che conviene sempre averne più che a sufficienza portandone al seguito almeno un litro e mezzo. Appena cinque minuti e già il primo sito di interesse storico: una capanna pastorale costruita con le pietre dell'antica torre di guardia/osservazione di cui è ancora ben  visibile  la

base    quadrangolare ( foto in alto).    Ad     attestazione    dell'importanza   strategica   del    luogo   la

presenza di un cippo di confine, il diciannovesimo, tra i comuni di Monte San Giovanni Campano e Veroli.  Datato 1779 è distante soltanto qualche decina di metri più avanti. Purtroppo la "colonnetta" è quasi completamente interrata per cui la sua individuazione risulta piuttosto difficile. Come evidenziato nella foto (Passando con  il mouse sull'immagine verrà visualizzato l'altro

lato), tuttavia, sono visibili le lettere M(onte S. G. Campano) e V(eroli), il numero progressivo in cifre romane (XIX) e l'anno 1779. Singolari, in proposito, i "7" della data, scolpiti con il ricciolo tipico di quel periodo. L'itinerario prosegue sempre sulla strada sterrata principale alternando vari tornanti  a tratti più o meno ripidi ed ignorando tutte quelle deviazioni e stradine laterali incontrate lungo il percorso. Dopo circa 35 minuti (da F.na Fusa) la strada lambisce il fronte di un vasto incendio che qualche anno fà devastò un'ampia area di bosco. Sinistri ed isolati tronchi bruciati imbiancati dal tempo e dalle intemperie ammoniscono i passanti sulle conseguenze di disattenzioni e gesti sconsiderati sorvegliando    quell'inarrestabile     ricrescita    che   pian   piano  sta    ricolonizzando   l'area  bruciata.

La deviazione dalla strada principale

Poco meno di dieci minuti di cammino per incontrare un inusuale e piacevolissimo rimboschimento a cedri. Altri cinque minuti ed ecco l'ultimo tornate. Abbiamo appena il tempo per ammirare lo splendido panorama del fondovalle, infatti,  che abbandoniamo definitivamente la strada principale a favore di quella che inizia proprio al centro del tornante (foto - 50/55 min. da F.na  Fusa -   coordinate  G.P.S. N 41° 44' 14,9";

E 13° 29' 48,4"; quata 1162 m.) Attenzione, è facile distrarsi e proseguire sul tracciato principale! La foto in alto e le frecce gialle dipinte sui massi rappresentano un validissimo aiuto per  l'individuazione

della deviazione. La nuova  strada sterrata, più dismessa di quella precedente, attraversa ora il versante bruciato dandoci così la possibilità di ammirare  ancora una volta il bel panorama sottostante e splendide fioriture di Maggiociondolo  nel periodo maggio/giugno. Superato un leggero tratto in salita ci immergiamo nello splendore della faggeta. (loc. Risorda - 8 min. ca. dalla deviazione).  Ormai

Maggiociondolo

la fatica è finita. Da qui in poi l'itinerario è piacevolissimo proseguendo quasi sempre su lievissime pendenze interrotte soltanto per brevi  salite e discese. Ignorata una deviazione a sinistra proseguiamo sottobosco sempre sulla  strada  principale in  un  tratto  pianeggiante.  Appena  un  paio  di  minuti   ed

Drago di pietra

incontriamo una nuova biforcazione. Anche in questa occasione, seguendo l'indicazione delle frecce gialle, procediamo dritti ignorando la deviazione di sinistra. Subito dopo aver salutato  il drago di guardia alla nostra sinistra e sempre sul tracciato principale percorriamo un breve tratto in discesa, al termine del quale (9/10 min.da loc Risorda),   ancora una volta,   resistendo alla tentazione di

imboccare l'evidente tracciato di sinistra, proseguiamo dritti per una breve salita. Circa cinque minti  per

attraversare un'accecante radura di splendide felci e dopo poche decine di metri  la strada vira decisamente a sinistra. Ancora una ventina di metri e, facendo molta attenzione a non andare dritti, confortati anche dall'indicazione delle frecce gialle, svoltiamo a destra. Una manciata di minuti per girare decisamente a sinistra percorrendo    un    tratto    in    discesa    in    direzione   di

Radura di felci

quell'affascinante "canyon" appena più avanti. Attenzione. Da questo punto, ovvero prima della decisa svolta a sinistra,  proseguendo  dritti  si  raggiunge  in  pochissimi minuti il cippo di confine nr. 178 come

indicato anche dalle frecce gialle dipinte su un faggio (foto a sinistra). Ormai siamo qui e la visita a questo testimone di pietra è d'obbligo!!! Non senza aver visitato il cippo nr. 178 torniamo indietro nel punto come sopra indicato. Ci   inoltriamo  in   questo

strano paesaggio percorrendo un misterioso ed affascinante canyon. Colpisce particolarmente l'orografia del terreno in questo punto. Ricordo che siamo diretti in un luogo insolito, sacro, e questo "canyon"  sembra proprio  il prologo ideale,  il  giusto cammino  per  quel  Pozzo  Faito  circondato  dal

mistero della sua stessa esistenza. Ormai siamo quasi arrivati. In questo tratto finale incontriamo anche le bandierine rosso/bianco/rosso del Sentiero Italia che ci accompagneranno fino alla meta. L'ultima attenzione è per la decisa "S" - una prima svolta a destra ed un'altra immediatamente dopo a sinistra - a 5 min. dall'inizio del "canyion".    Un   ultimo   minuto   ed   ecco    finalmente   ad

il cippo nr. 179 di Pozzo Faito

accoglierci il cippo nr. 179 custode della radura di Pozzo Faito (30/35 minuti dalla deviazione principale).

Indicazione per il cippo nr. 180

Un  breve  riposo  e subito a cercare epigrafe e sedia del papa/trono di saturno (vedi il Foto Album). La favissa (il pozzo) è evidente.  E  non  saranno  certo  quel centinaio di metri ad impedirci di visitare il cippo nr. 180.   Da notare, in proposito, come la linea di confine tra i due stati (solco scolpito sul cippo nr. 179 della   foto   a   sinistra)    divida   in  due il pozzo così da permettere ad entrambe le  popolazioni   di   usufruire      dell'acqua.

Che strano posto. Tanto misterioso quanto affascinante. Cosa ci fà quell'epigrafe? e quella "sedia"?... E' un attimo fantasticare con la mente tornando indietro nel tempo ed immaginare questa radura affollata di pastori...   Che strano, poi, vedere piante di sambuco. Solo in questo punto, non ne abbiamo incontrate all'andata. Il sambuco, si sa, era una pianta sacra. Sarà un caso...

 

Il ritorno è per lo stesso percorso impiegando circa 30/35 min per arrivare alla strada principale, altri 35 min. per F.na Fusa ed ancora 25 min. per F.na Grande.

 

Un'alternativa al percorso è rappresentata dalla possibilità di raggiungere direttamente Fontana Fusa in automobile per la strada sterrata per il poligono di tiro militare.

Superata Santa Francesca e prima della frazione Fontana Fratta (provenendo da Veroli) svoltiamo a sinistra per Via "I Cocchi". La strada (3 km. ca.), nel primo tratto asfaltata, diventa sterrata e particolarmente disagevole nei pressi del poligono militare in considerazione delle vaste e profonde pozze di fango presenti.

 

 

 

      ...Un pò di storia...

 

Ne   avevo   già   letto   da   qualche    parte    a    proposito   di    un    ritrovamento    di     oggetti antichi    avvenuto    intorno   alla   seconda   metà   dell’800,   per   la   pulizia   di   un  pozzo nelle montagne    di   Veroli   e   di  una strana iscrizione su roccia e me ne era rimasto il desiderio di andare.

Fu   un   giorno   di   aprile   del   1988   che   ricevetti  una telefonata dal Prof. Heikki Solin: Appuntamento a  Veroli,   domenica   8   maggio   per   chiarire   alcuni   aspetti   dell’iscrizione di Pozzo   Faito  di  cui  erano note  varie   interpretazioni.   Sarebbero   stati della compagnia,  oltre al Prof. Heikki e il suo  collaboratore   Mika   Kajava,   il   Prof.   Eugenio   Beranger,    ultimo in ordine di     tempo   a   fornire   una   interpretazione  dell’iscrizione e,  naturalmente,   Francesco. Finalmente!

Prima tappa: Casa Cocco. Una casa antica ai piedi della montagna dove Chiavone, a suo tempo, aveva stabilito uno dei suoi rifugi e consolava la sua bella di turno.

Quirino ha già sellato il suo asinello, lo carica delle nostre cose e si va…C’è una valletta contornata da faggi   e   tagliata   da   vecchi   cippi    di   confine:    il   Giglio   da   una   parte,    le  Chiavi  dall ’altra;

epigrafe

Regno e Campagna.  E briganti e leggende di tesori.

E i pastori  hanno cercato e scavato  e non hanno trovato che cocci e monete corrose dal tempo: è la pozza dove nuotano miriadi di gamberetti. Pozzo Faito!

Avete già letto quanto ne ha scritto Francesco e sapete dove e come andare.

Si! Proprio questa è la sedia del Papa; anzi, no:  è  il  trono  di  Saturno,  leggiamo:

C(aio) CALVISIO – L(ucio) PASSIENO – CO(n)S(ulibus) M(arcus) MINIUS M(arci) F(ilius) RUFUS SAC(cerdos) – L(ucius) VIBIDIUS L(uci) F(ilius) SAC(erdos) - IOVI ATRATO DIS INDIGETIBUS – CUM EDICLA ET BASE – ET PORTICU D(e) S(uo) F(ecerunt)

 

                                       PETRUS et PAOLUS

 

"Essendo consoli Caio Calvisio e Lucio Passieno (4 a.C.), Marco Menio Rufo, sacerdote (per la sesta volta) e Lucio Vibidio, figlio di Lucio, sacerdote (per la seconda volta), con le loro sostanze costruirono (un tempio) e un portico, con un’edicola e la base (di una statua), in onore di Giove Atrato e degli dei indigeti."

 

Ho   aspettato   che   ilsole radesse la pietra ed evidenziasse, una per una le lettere incise: ATRATO.

…IOVI ATRATO….

Solin e Berangfer discutevano. 

Li chiamai.

”Che significa?”

Siete mai stati a Prato di Campoli quando infuria il temporale e le greggi e gli armenti si “ammacchiano”,  i faggi sono scossi dal turbine e i fulmini saettano da una cima all’altra?

A chi se non a Giove in….ato nero?

Ed ecco il tempietto, la statua con la dedica e il portico.

Siamo nel IV anno della nostra epoca.

La valletta diventò luogo di culto,  i sacrifici a Giove occasione di ritrovo per i pastori e le offerte erano tante che bisognò sgombrare il tempietto e creare una favissa. Pozzo Faito?

Poi i pastori riconsacrarono il luogo e Pietro e Paolo scalzarono Giove e poi ancora la valletta fu divisa: Città di Veroli –Ducato di Sora;  infine, Regno e Campagna.

Il pozzo in mezzo per abbeverate sbrigative per le greggi dall’una e dall’altra parte. Due cippi di confine, vicini, dividono inequivocabilmente a metà la pozza. “Abbeura Y rwota” (abbevera e ritornati).

E la valletta restò deserta; i suoni della festa un ricordo che sbiadiva e confondeva dei e santi, reliquie di offerte e tesori.

Il trono di Saturno, anzi no: la sedia del Papa.

Ma Giove in…..ato nero scuote ancora i faggi e saetta le cime intorno così come allora: duemilaetrè anni orsono.....

 ...Un pò di storia...  a cura di Amilcare Culicelli

 

 

 

 
Ricapitolando: -Fontana Grande (627 m.) - Fontana Fusa (828m.).: 32' ca.;

-Fontana Fusa - Pozzo Faito (1236m.) : 1h e 30' ca.;

-Pozzo Faito - Fontana Fusa : 1h e 10' ca.;

-Fontana Fusa - Fontana Grande : 25' ca.

 

CARTINA                                                                         Foto   album

 

 

Riferimenti cartografici:

 

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